Qualcuno si interroga sul futuro della carta stampata e in un certo
senso è curioso che un sito internet si metta a recensire un
libro, che in un certo senso è un rivale dell’informazione,
ma personalmente sono ancora molto legato ai cari vecchi libri e mi
piace periodicamente fare un giro in una libreria, a volte anche senza
comprare nulla, ma per il solo piacere di vedere i titoli e di curiosare
un po’.
In effetti oggi con internet si possono trovare tutte le informazioni
possibili, anche se non sempre sono qualificate e non è raro
trovare delle gustose corbellerie (ma questo capita a volte anche
con la carta stampata), ma il rapporto che si instaura con un libro
è un’esperienza difficile da sostituire completamente
con la navigazione nel vasto mare del World Wide Web. Un libro può
essere vissuto, lo si può sottolineare, lo si può integrare,
lo tieni in mano e non dipende da un server che si può spegnere,
da una connessione che può cadere, non può essere colpito
da un hacker e non dipente da un dominio che può scadere. Un
libro è e resta tuo e poi nessuno si metterebbe a leggere un
centinaio di pagine web su uno stesso argomento, ma più o meno
tutti almeno una volta nella vita abbiamo letto un libro di oltre
trecento pagine.
Tutte queste considerazioni per dire che ho provato un grande piacere
nello sfogliare questo nuovo titolo sulla PFM, che se non erro è
il terzo dedicato a questo celebre gruppo. Difficile dire se questo
possa essere una biografia definitiva del gruppo, se non altro perché
nel cuore nutro l’egoistica speranza che l’esperienza
di questa mirabolante formazione sia ancora lontana dall’essere
conclusa. Ma di sicuro è un lavoro che si presenta fin dal
primo approccio molto curato ed approfondito.
Il libro è strutturato come un viaggio attraverso le generazioni
e i capitoli seguono le uscite discografiche della band, ma sono molto
più di un’analisi tecnico musicale del disco, sono piuttosto
un’analisi a tutto campo della storia della musica giovanile,
dove la PFM è protagonista e testimone al tempo stesso. Si
parte dall’inizio, dai primi anni sessanta, quando Mussida,
Di Cioccio, Premoli e tutti gli altri muovono i primi passi nel mondo
della musica e il gruppo era ancora bel lungi dall’essere costituito.
Si attraversano i sogni e le ambizioni dei musicisti di allora, si
racconta l’invasione pacifica della musica inglese e americana,
che ha scosso profondamente il nostro panorama musicale, si racconta
la rivoluzione portata dalla beat generation e così via fino
ai giorni nostri. Il libro offre una visione profondamente culturale
su tutto quanto è successo e offre uno spaccato sui gruppi
dell’epoca, spesso con citazioni molto colte e ricercate, e
su come si sono mossi gli artisti nostrani, delle risposte che hanno
dato e come è nato il prog italiano. Leggere questo libro aiuta
quindi a rivivere tutta la storia musicale degli ultimi quarant’anni,
non si parla solo di PFM, ma viene considerato anche il lavoro di
autori importanti come Battisti, Celentano, ovviamente i Beatles,
Dylan, ma anche Hendrix, Cream, Black Sabbath e Led Zeppelin, poi
c’è tutto il prog dai primi vagiti, ai gruppi cult fino
ai classici, il tutto vissuto come un viaggio metodico e minuzioso
dove è possibile trovare porte e finestre che si aprono su
nuovi scenari musicali e che stimolano il lettore a nuovi appassionanti
approfondimenti ed è proprio questo è il pregio maggiore
del libro di Donato Zoppo.
In chiusura non mancano imporanti cenni bibliografici e una discografia
molto dettagliata, per partire per nuovi viaggi, fra parole e musica
con nuove interessanti esperienze da scoprire e da vivere. GB
Per contatti:
progdonato@yahoo.it
Articoli: retrospettiva
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