Siamo
al quarto capitolo della meravigliosa favola Phenomena, iniziata addirittura
nel lontano 1985. Precursore di supergruppi composti da prestigiose
collaborazioni (vedi oggi gli Ayreon di Lucassen), Tom Galley riprova
a bissare i fasti con “Psycho Fantasy”, facciamo allora
una breve e doverosa bio del gruppo: il primo capitolo dal titolo
omonimo allora fece molto clamore, non solo per i bellissimi brani,
ma per la presenza di artisti come Glenn Huges (in quel periodo nei
Black Sabbath), Cozy Powell (Rainbow) e Neil Murray (Whitesnake).
Sino a quel momento non si era mai manifestata nella storia del Rock-Metal
una formazione con tali potenzialità.
Tom ci riprova nel 1987 con il bellissimo secondo episodio dal titolo
“Dreamrunner” assieme a John Wetton, Ray Gillen e Scotto
Gorham. L’ultima apparizione risale al sempre lontano 1991,
con “Phenomena III: Inner Vision” con Brian May (Queen),
Michael Sturgis e sempre Scott Gorham. Quindici anni di lungo silenzio
prima di poter riascoltare la nuova favola! Oggi Galley si avvale
della collaborazione di ugole d’oro come quelle di Tony Martin,
Glenn Huges (ancora lui!) e Keith Murrel ex Mama’s Boys. Il
disco straborda di sonorità AOR e se siete nostalgici degli
anni ’80 non dovete fare altro che buttarvi a capofitto in questa
nuova esperienza sonora.
Ci sono molti brani che ci trascinano emotivamente, come restare indifferenti
avanti la prova canora di Huges in “Touch My Life”? Curiosa
la cadenzata “Killing For The Thrill”. Per Gli amanti
delle ballate “So Near So Far” è una canzone dal
profumo antico, quando il Metal faceva i suoi primi importanti passi.
Tony Martin lo ritroviamo in “Chemical High” canzone che
intreccia cadenze anni ’80 con buoni assolo strumentali. Più
potenza e rudezza con il ritorno di Huges in “Higher”,
per gli amanti del grande Rock. L’ascolto prosegue senza annoiare
e a proposito di supergruppi e collaborazioni avevo citato gli Ayreon
e guarda caso “60 Seconds” ricorda clamorosamente “Actual
Fantasy” proprio nel suo intro.
Ma non voglio svelare oltre, le sorprese non vanno rovinate.
Certo non ci sono i brani dell’esordio, l’effetto sorpresa
è svanito, ma “Psycho Fantasy” è almeno
degno di un ascolto. E bravo Tom Galley! MS
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