Conoscete
per caso un certo Michael Kiske? Per i più giovani di voi posso
dire di aver passato anni meravigliosi ad ascoltarlo cantare nei mitici
Helloween, quando stavano scoprendo un nuovo genere. Ma poi il doloroso
split e nel 1996 lo ritroviamo a collaborare con il chitarrista degli
Iron Maiden Adrian Smith per il debutto di “Instant Clarity”,
per il resto solo collaborazioni e rare apparizioni in qualche compilation.
Lo ritroviamo oggi in questo nuovo progetto dal nome Place Vendome
in buona compagnia, al basso Tennis Ward, Kosta Zafiriou (Pink Cream
69) alla batteria, Gunther Werno (Vanden Plas) alle tastiere e Uwe
Reitenauer (Pink Cream 69) alla chitarra. Le influenze Foreigner e
Journey accompagnano a sorpresa tutto il ritorno di questo artista.
Ricerche melodiche nell’iniziale “Cross The Line”,
dove la voce di Kiske è sempre un piacere da ascoltare. Peccato
che il volume della batteria sia poco elevato e quello del basso quasi
inesistente. Sappiamo che Michael è un maestro nel comporre
armonie giuste, ascoltarlo in “I Will Be Waiting” è
divertente, ma in me incomincia già ad aleggiare una certa
malinconia, forse perché mi ero abituato ad ascoltarlo in altri
contesti più originali? “Too Late” è quasi
una ballata, gentile come una carezza ma troppo sdolcinata, pur essendo
di buona fattura.
“I Will Be Gone” è più Rock, sicuramente
un buon momento musicale ed in effetti alza anche il tiro, risvegliando
in me più attenzione, quella che si era assopita all’ascolto
di soluzioni troppo semplici. Tastiere ci circondano e fanno da introduzione
a “The Setting Sun”, molto affascinante e per certi versi
alla Queensryche. Quando la voce sale sono brividi. Ma ecco “Place
Vendome”, ohhh! Era ora, ecco qualcosa su cui muovere i piedi,
non a caso fanno capolino proprio gli Helloween! Tutti i successivi
brani ritornano verso la dolce musicalità che ha caratterizzato
il prodotto.
Si chiude abbastanza bene con “Sign Of Times” ma francamente
il disco mi ha lasciato un poco di amaro in bocca, il colmo visto
che quasi tutti i brani sono dolcemente articolati.
Francamente da artisti di questo calibro mi aspettavo di più,
forse la prossima volta sapranno smentirmi, per ora rimango con i
miei dubbi. MS
Intervista: 2005
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