ROBERT
PLANT live at PISTOIA BLUES 2014 11/07/14 |
Il concerto di Plant era uno di quelli che aspettavo da una vita, il vecchio leone è venuto diverse volte nel nostro paese, ma io non avevo ancora avuto l’occasione per poterlo vedere dal vivo, così questa volta, pieno di entusiasmo, non mi sono voluto perdere l’evento. Uscito dal lavoro sono schizzato in auto, ma oltre un’ora persa in code in autostrada mi ha fatto rischiare di arrivare tardi. Una corsa contro il tempo (nel rispetto dei limiti stradali) mi ha permesso di arrivare giusto pochi minuti prima dell’inizio del concerto. Nemmeno il tempo di prendere il fiato ed ecco che i musicisti entrano sul palco, mentre la piazza di Pistoia era già colma per l’evento. Il pubblico era quello delle grandi occasioni, composto in gran parte da nostalgici dei mitici seventies, ma non mancavano nemmeno tanti ragazzi, che probabilmente i padri hanno fatto crescere a pane e Led Zeppelin. Si vedono sempre più spesso tante generazioni diverse a questi concerti di vecchie glorie, ma c’è sempre un limite, perché molti vogliono ascoltare ancora i classici degli artisti, poco interessati ad ascoltare i pezzi nuovi o le nuove sonorità che questi spesso vogliono sperimentare, un limite che nonostante tutto non si riesce mai a superare come invece sarebbe auspicabile. |
La prima cosa che mi ha sorpreso di questo concerto è stata l’energia che ancora dimostra Plant, ha tenuto il palco per circa due ore senza un attimo di cedimento, certo l’età c’è, si vede, non viene nascosta o mascherata, ma che energia, quanta voglia ancora di starci e di intrattenere il suo pubblico, un Plant affabile, entusiasta, pieno di voglia di fare e di suonare. Brani vecchi e nuovi si sono mescolati, intersecati, come un lungo flirt fra passato e presente e tutto è sembrato assolutamente coerente. |
Plant ha in preparazione un nuovo disco, che immagino ricco di sonorità world music, infatti sul palco ha presentato insieme ai nuovi pezzi un musicista africano, che ha suonato strumenti tradizionali e sono state usate diverse percussioni, cose molto interessanti, con belle costruzioni armoniche. Ma come detto il nostro non sta rinnegando il suo passato, piuttosto cerca un’evoluzione, infatti durante lo show il mix di passato e presente dell’artista si è compiuto in modo perfetto e alcuni classici sono stati suonati con nuovi arrangiamenti, risultando comunque belli. L’unico appunto che mi viene da fare è sul suono delle chitarre, troppo basso, in certi momenti è mancata la “botta”, insomma certi riff di chitarra devono avere la spinta giusta, che è mancata, in altri momenti le chitarre mancavano proprio, ed è un peccato, perché sicuramente i chitarristi sapevano il fatto loro. Questo non ha però diminuito il valore complessivo dell’esibizione. |
Siamo ad anni luce di distanza dal sex symbol degli anni settanta, l’angelo caduto, ma il vecchio Robert può sorridere, perché riesce ancora ad incantare il suo pubblico. GB |