Il
post grunge ha partorito una pletora di gruppi di nuovo hard rock
molto piacevoli da ascoltare e anche molto commerciali, avete presente
i Nickleback? Ecco i Plunge si inseriscono a pieno titolo in questo
“non” genere musicale e nonostante la giovane età
sfornano un disco che sembra molto maturo.
L’album si compone di dodici tracce che si esprimono tutte su
buoni livelli con una formula semplice e al tempo stesso efficace:
melodie semplici e orecchiabili, quelle che ti entrano subito in mente,
un buon tiro ovvero tanta energia. Scorrono allora con grande agilità
titoli come “Running Away”, “Part Time Girlfriend”,
“Scared”, la punkeggiante “Ordinary Girl”
o l’anthemica “Stuck in Madison”. Ma ci sono anche
tracce più riflessive come “One More Time” o l’acustica
finale che è abbastanza personale.
E’ il rito del rock semplice, diretto e pieno di carica vitale
che si rinnova sempre e trova strade nuove per accompagnare ogni nuova
generazione creando suggestioni con la musica che diventano la colonna
sonora di una generazione.
Dubito che questo disco possa passare alla storia del rock, il gruppo
è giovane e potrà in futuro dare prove se le buone qualità
sapranno fare la differenza in un mondo sempre più affollato
di musicisti, ma con sempre meno grandi artisti. GB
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