Rock Impressions

PMS - Di Giallo e Grigio PMS - Di Giallo e Grigio
Arealive

Genere: Ethereal / Trip Hop / Neoclassica
Support: CD - 2017


Dopo il brillante esordio il duo partenopeo delle PMS torna con un album completo, la prova sulla lunga distanza, la misura della bontà della proposta offerta da queste musiciste non convenzionali, che si permettono di sperimentare in un mondo che sembra aver dimenticato il gusto per la ricerca e l’innovazione. Martina Mollo e Caterina Bianco giocano a mescolare la tradizione musicale napoletana col neo folk, la neo classica da camera e l’elettronica, tutto condito con un gusto gotico (penso ai Dead Can Dance, ai Cocteau Twins e ai This Mortal Coil) a cui il nostro panorama non è molto abituato. L’originalità delle PMS non risiede nei generi musicali da cui partono ma nel risultato finale che risulta del tutto imprevedibile.

Il disco è diviso idealmente a metà, i primi cinque brani sono cantati, mentre gli ultimi quattro sono strumentali, non nego che per quelli cantati la suggestione è forte, con testi ricchi di significati, mai banali, spesso caustici e talvolta perfino disturbanti. Quelli strumentali sono densi di poesia, momenti d’arte che non hanno bisogno di parole per comunicare con l’ascoltatore. Già dall’iniziale “Il Cielo Gonfio di Giallo e Grigio” si capisce che queste artiste sono fuori dall’ordinario, cantato dissonante, costruito su una linea melodica avvincente, occorre personalità per presentarsi così. “Lo Scrivo in Metro” gioca col trip hop, il testo è graffiante e intenso, partendo dalla relazione con un partner deludente propone riflessioni, ma sono i temi musicali che intrigano di più, fra sperimentazioni ai limiti del noise e qualche tocco neoclassico. Più rilassante “Nudi”, quasi cantautorale, un mix di tradizione e nuove tendenze, in alcuni momenti vicina a quanto fatto da artisti come Imogen Heap, ma anche in questo caso è la ricchezza del sound composto dal duo ad affascinare. “D’Ombra” è poesia fatta musica, grande lirismo e intensità. In “Viandanti” rileggono la tradizione napoletana in chiave moderna. “Catarsi” è il primo brano strumentale, il titolo promette un’oasi di pace, sembra un “notturno”, davvero una bella parentesi. Anche “Mudanza” indica cosa si ascolta, piece ritmata, dominata da un senso di attesa abbastanza drammatico. “Salendo il Molariello” è molto introspettiva, non basta un ascolto per apprezzarne tutta la complessità. La chiusura è affidata a “Ritorni”, che è ancora più lenta, quasi come a completare la discesa nell’io più intimo.

Disco fortemente suggestivo e non facile, che impone un ascolto attento e critico in quanto Martina e Caterina cercano di proporre un linguaggio musicale molto ricercato e ricco di spunti interessanti. Sicuramente un lavoro di grande spessore artistico. GB

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