Questo
gruppo mi ha colpito subito fin dal nome bizzarro, che lascia facilmente
intuire quale sia l’ambito musicale di questi musicisti, una
neo classica con spunti folk e atmosfere velatamente gotiche. Come
al solito il primo nome che viene in mente è quello dei Dead
Can Dance, ma la passione per questi stili si è così
diffusa che oggi sono davvero tanti a cimentarsi con queste melodie
eleganti e raffinate, questa abbondanza ha portato ad un grande arricchimento
del genere che oggi presenta molte realtà di notevole interesse.
Il gruppo è composto da Saskia Dommisse e Marcel Schiborr,
provenienti dalla Germania e dall’Olanda e incontratisi in Irlanda
ad uno stage di Brendan Perry, queste brevi note per inquadrare il
disco in un contesto che ha la sua importanza. Il resto è ancora
tutto da scrivere.
Questo debutto si inserisce di diritto fra le novità da tenere
d’occhio, fin dalla note iniziali della title track si può
apprezzare uno stile personale, un folk dal sapore mediterraneo fa
da tappeto ad una ambientazione carica di mistero e di malinconia.
“Love” è una delle prime composizioni del duo ed
è una canzone veramente intensa, dominata da una inquietudine
struggente, ma anche da una dolcezza ineffabile, quasi una ninna nanna
triste, ma che dona una serena accettazione. “Ecstatic Dance”
è rituale e sciamanica, un po’ inferiore ai brani precedenti.
“My Moments of Tranquillity” è una via di mezzo
fra il secondo brano e il terzo, ha elementi folk, rituali e una vena
romantica, ma con qualche spunto in più nelle linee armoniche
delle voci. Troviamo grande eleganza in “The Disillusioned Nihilist”,
anche se un po’ fredda, lo stesso vale anche per “Ode
on Melancholy”. Con “The Golden Cage…” i nostri
approdano anche a melodie medievali. Da questo punto il cd prosegue
senza apportare ulteriori elementi di novità, ma si mantiene
sempre ad un ottimo livello.
I Poets esprimono un’estetica rigorosa, ineccepibile da un punto
di vista formale, anche se in certi momenti si vorrebbe un maggiore
coinvolgimento degli istinti più “carnali” se mi
si può passare il termine. Embrace the Fool è un disco
misurato, ragionato, composto, ma al tempo stesso complesso e ricco
di sfumature, molto ben realizzato e con delle melodie davvero piacevoli.
Per il futuro, però, mi piacerebbe se Saskia e Marcel dovessero
lasciarsi andare un po’ di più e cercassero di coinvolgere
l’ascoltatore con trame più istintive e passionali. GB
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