A discapito del nome si tratta di una band russa al debutto discografico,
anche se hanno già pubblicato dal 2012 ad oggi cinque titoli
fra singoli ed Ep, questo è il loro primo vero album. Il genere
proposto è la psichedelia con tocchi di shoegaze e qualche
traccia di prog. Come cenni biografici non c’è ancora
molto da dire, quindi ci addentriamo subito nei meandri del disco.
“The Final Mantra” parte con dei suoni orientali e una
ritmica tribale, il tappeto perfetto per un trip che più psichedelico
non si può, fa impressione vedere come questi ragazzi sappiano
centrare subito l’obiettivo senza indugi, non ci si può
sbagliare, i suoni della chitarra sono liquidi e stranianti, le voci
sembrano arrivare da un’altra dimensione, cornice e contenuto
sono praticamente perfetti. “The Fractalized Sky” ha un
incedere quasi beat, mentre il cantato è ancora molto spiritato,
tra echi garage, brit pop e sonorità shoegaze ecco un altro
brano perfetto, viene da chiedersi se questi musicisti siano davvero
del nuovo millennio. Il fascino dell’India torna anche in “Time
- Eternity”, un altro mantra rock, del resto l’amore per
quella nazione e quello per la musica lisergica sono sempre andati
di pari passo, questo brano mi fa pensare agli Hawkwind in chiave
indiana. Molto sinuosa “Morosim”, un vero serpente sonoro,
ipnotico e letale, con incursioni anche nello space rock, del resto
un genere che è sempre stato molto prossimo alla psichedelia,
il brano però è un po’ prolisso e alla lunga appesantisce
l’ascolto, del resto credo che già se non si è
un po’ addentro a questo genere molti potrebbero essersi scoraggiati,
per gli altri il fascino cresce invece a dismisura. “To the
Delta of Acquarius” è finalmente meno mantrica e più
variegata, con un incedere rock sostenuto, una dimensione sicuramente
più accessibile. Siamo a metà del disco e le cose sono
molto chiare, nella restante metà il gruppo prosegue il suo
viaggio onirico con determinazione e convinzione, restando sempre
su livelli molto buoni.
Certo un disco psichedelico come questo, partorito poi in Russia,
potrebbe far sorridere molti, ma io credo che sia invece un bel segno,
è bello vedere che ci sono giovani musicisti che ancora sentono
il bisogno di confrontarsi con sonorità non commerciali, che
non cercano facili consensi, ma che prendono la musica come una cosa
seria, poi ovviamente deve piacere il genere. Di sicuro questi quattro
ragazzi sanno molto bene cos’è la psichedelia. GB
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