Cosa può aver stressato in maniera così pesante i nostri
cinque musicisti per aver dato questo nominativo alla band? Un evento,
oppure la società che ci circonda? Scherzi a parte, i PTSD
sono una band marchigiana evolutasi dal ceppo dei Volfage e dedita
ad uno stile Metal di difficile catalogazione. Nel 2007 esordiscono
con questo “Burepolom” e nel 2008 stipulano il contratto
con l’attenta My Kingdom Music. Oggi la distribuzione di questo
disco è curata dalla Masterpiece. “Burepolom” è
suddiviso in dieci tracce per la durata di quarantotto minuti di musica.
L’artwork del disco è ben curato e dettagliato.
Si parla di deportati nei Gulag di una piccola cittadina russa e “Burepolom”
significa alla lettera “Foresta abbattuta dalla bufera”.
Ma veniamo al contenuto sonoro, ossia quello che ci interessa di più.
Un Metal tagliente ed incisivo con numerosi sguardi verso la melodia,
ci incontra durante il cammino dell’ascolto. Profonda l’opener
“Jerkwater”, con un ritornello semplice ed un refrain
gradevole. C’è della chitarra acustica in “Low
Self Esteem” ed attenzione verso cambi umorali che delineano
il sottile confine fra il Metal ed il Metal Prog. Buona la prova vocale
di Henry Guy, una voce nitida e malleabile a seconda delle situazioni.
“Anyone” è il loro cavallo di battaglia ed assieme
a “Neurotted” e “Am I Evil” vengono scelti
dal regista americano Richard Terrasi per il film “Am I Evil”.
Atmosfere tristi in “Beat Me Down”, ben supportate dalla
ritmica di Hart Murrain alla batteria e dal basso di Logan. Ancora
una volta le melodie velatamente grevi colpiscono l’attenzione
di chi ascolta. Il lavoro alle chitarre da parte di Jason e di Yorga
non è invasivo ed in alcuni frangenti ricordano quelle dei
Paradise Lost. Schegge di Nu Metal in “Burepolom” , brano
che mostra una band ben oleata ed in perfetta sincronia. Più
ricercata nello stile vocale e ritmata è “The Traveller”,
canzone che racchiude in se molti stili del Metal, a dimostrazione
di una cultura musicale nel campo da parte dei nostri artisti abbastanza
profonda. L’album si chiude con “Falling From Eternity”,
dal gusto spiccato per la melodia.
Questo “Burepolom” in definitiva ci presenta una band
che conosce il fatto suo, pur non sorvolando vette di eccellenza.
Un lavoro più che decoroso che potrebbe interessare molti amanti
del Metal in generale. Dategli una chances. MS
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