Rock Impressions
 

INTERVISTA A GIUSEPPE POVIA
di Giancarlo Bolther
Giuseppe Povia

Giuseppe Povia è un cantautore che ha fatto parlare di se fin dal primo disco, diventato famoso grazie ad una canzone “per bambini”, in realtà esprimeva una critica del mondo adulto, diventato incapace di sorprendersi e di saper apprezzare le cose piccole e semplici. In seguito Povia ha preso posizioni che hanno attirato critiche e che hanno suscitato dibattiti. Oggi il cantante torna con un disco, fin dal titolo, coraggioso, NuovoContrordineMondiale. In questo nuovo lavoro attacca i poteri forti e prende posizioni scomode, nel suo blog e in Facebook pubblica video di denuncia e informazione, in altre parole sta rivelando una personalità complessa e sicuramente “fuori dal coro”, sia che si condivida o meno quello che propone. Questo ci ha dato lo stimolo di volerne sapere di più. Devo dire onestamente che mi aspettavo un risultato diverso, ma questo è quanto. Buona lettura.

Ho letto il tuo post dal titolo “pensare in modo inedito fa soffrire, ma poi…”, mi è piaciuto molto perché mi sono rivisto quando da ragazzo non mi sentivo capito dai coetanei perché ascoltavo musica rock. Però il tuo sembra anche uno sfogo, come se ti fossi voluto togliere un sassolino dalla scarpa, puoi spiegare meglio cosa intendevi dire?
Quando ci si stacca dalla linea che segue la massa, si viene visto come un estraneo o come uno che non sa stare al mondo. Io penso la stessa cosa di quelli che mi vedono così.

Ricordo un incontro/scontro televisivo tra te e Pino Scotto, tu cercavi di essere conciliante, dimostrando anche di conoscere il passato musicale di Pino (ex Vanadium), mentre lui col suo stile molto colorito (per così dire) ti attaccava a testa bassa… che ricordo hai di quella esperienza?
Bo, ho solo perso tempo con dei bimbiminkia.

Hai catturato l’attenzione del pubblico fin da subito con la fortunata canzone “I bambini fanno ooh”, quanto ha cambiato la tua vita questa esperienza e chi era Povia prima e quali sono le tue influenze musicali?
Povia ha fatto il cameriere per 20 anni, ora fa il cantautore. Ho solo capito che i miracoli esistono ma noi dobbiamo essere gli artefici dei nostri miracoli. Lo diceva Tiziano Terzani.

L’anno successivo hai vinto Sanremo con “Vorrei avere il becco” e ci sono state alcune polemiche, come le hai vissute?
Le polemiche non sono altro che uno stimolo per chi ti sta ascoltando o ti sta dando attenzione. In realtà le polemiche sono molto positive perché aprono un dibattito.

Da allora in poi hai intrapreso una strada impervia e ogni tua canzone ha suscitato reazioni molto diverse come “Luca era gay” e “La verità”, sembra quasi che tu voglia provocare reazioni contrastanti e dividere il pubblico, è una scelta consapevole o è solo il desiderio di dire quello che pensi senza curarti delle possibili reazioni?
Mi piace toccare temi che nessuno si azzarda a trattare per paura di non lavorare. Provocare? Mah..secondo me sono gli altri che si devono svegliare.

Volendo fare l’avvocato del diavolo si potrebbe pensare che cerchi la provocazione per promuovere la tua musica?
Quindi cantiamo solo canzoni d'amore innocue?

“Luca era gay” è una canzone molto particolare, perché da quello che si sente dire solitamente è molto più facile che un uomo etero, magari sposato, renda nota una omosessualità nascosta per anni, piuttosto del contrario, perché tu hai voluto invece raccontare questa storia che sembra per così dire meno probabile?
Perchè è possibile anche il contrario. Solo gli ignoranti o quelli in malafede lo negano.

Mi ha colpito molto il tuo nuovo album, in primis per il titolo e poi per i temi trattati, “Chi comanda il mondo” è una canzone molto coraggiosa, non hai paura di aver lanciato una sfida pericolosa?
La sfida è con me stesso. Mi sono fatto una domanda: vuoi continuare a fare finta di niente e guadagnare tanti soldi o cantare cose che dividono ma che portano a qualcuno un po' di consapevolezza? Per ora mi va bene la seconda.

Sempre nel testo di “Chi comanda il mondo” ad un certo punto sembri fare riferimento a Gesù, cosa intendi dire e perché?
Che un certo Gesù voleva salvare il mondo ma l'hanno messo in croce.

Canzoni come “Era meglio Berlusconi” e “Al sud” invece mi hanno fatto pensare ad un moderno cantastorie, come quelle figure del passato che spesso raccontavano in musica cose che molti avevano paura di dire apertamente, ti senti un moderno cantastorie?
Sì mi piace questa definizione.

Da tempo stai diffondendo dei video/blog in cui prendi posizioni nette su temi di attualità, questo mi hai fatto venire in mente anche i cantanti “impegnati” degli anni ’70, che oggi sono stati un po’ dimenticati, ti senti un continuatore della loro esperienza artistica?
Non sono stati dimenticati, sono loro che si sono dimenticati da dove sono venuti e quello che sono stati. Penso a De Gregori e Guccini, per esempio, che restano sempre dei grandi che hanno lasciato un bel segno.

Per chiudere questa intervista c’è un messaggio che vorresti lanciare?
No, è tutto nel disco NuovoContrordineMondiale. Si può ordinare a ufficiostampa@povia.net o venire ad acquistarlo in concerto. Le date sono nella mia copertina Facebook.

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