Power
Americano, caspita e per giunta dalla vena Dark e con molteplici cambi
di tempo, non se ne ascolta tutti i giorni. La band del vocalist Danie
Powers è molto influenzata dai Manilla Road, King Diamond e
dagli Iced Earth.
Tutti i brani si ritrovano in quel calderone che è il Power
Metal, sia classico che oscuro. In evidenza “Power Tapestry”
supportato da una buona ritmica composta dal duo Steve Murray (basso)
e da Daniel Nydick (batteria). La band circola nell’ambiente
da parecchio tempo, sin dagli esordi di “Powers Court”del
1996, mentre nel 2001 esce per Dragonheart con “Nine Kinds Of
Hells”. Il Power trio ci mette l’anima, anche in “A
Somber Day”, tecnica e grinta, ma in tutto “The Red Mist
Of Endenmore” sembra latente la fantasia compositiva.
In generale si ascolta un appetibile cd di buon sano Metal e per giunta
ben prodotto, ma i limiti ancora ci sono. La voce a mio sindacabile
parere, non sembra essere sempre all’altezza della situazione.
Aggrediscono i Powers Court, mentre in “Darkness Calls”
si fanno forti anche di voci femminili. In alcuni passaggi mi ricordano
persino i mitici Holocaust. Ma non me la sento di trattare male questo
cd perché malgrado le pecche sopraccitate, sento in esso tanta
passione e voglia di far bene.
Certo è che da una band di una certa esperienza , direi annuale,
ci si deve attendere di più, è vero, ma questo è
“The Red Mist Of Endenmore”, prendere o lasciare. MS
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