Rock Impressions

PROCOL HARUM - Live in Chiari (BS) 28/10/06 special guest Zucchero Fornaciari
di Giancarlo Bolther

Sabato 28 ottobre a Chiari, un laborioso paese della provincia di Brescia, sul palco sono saliti i Procol Harum, una formazione che i più giovani forse non conoscono, ma che ha lasciato un segno profondo nella storia del rock. Le loro canzoni hanno fatto sognare intere generazioni e “A Whiter Shade of Pale”, che ha anche una versione italiana, la conoscono anche i sassi, solo che pochi sanno chi siano gli autori originali. Ovviamente i veri amanti del rock li conoscono bene, perché sono stati parte attiva nel gettare le basi della musica che è venuta dalla fine degli anni sessanta in poi insieme a Beatles, Rolling Stones e Kinks, in particolare i Procol Harum hanno avuto molta influenza sul progressive rock e sul pop sinfonico. Comunque sia il palazzetto in cui si sono esibiti era pieno zeppo e si trovavano posti a fatica, non importa se l’età media era decisamente alta, era bello vedere tanta gente a festeggiare il gruppo.

Personalmente devo ammettere che anch’io li conosco più per l’importanza storica, che non perché nella mia discografia alberghino molti dei loro lavori (in effetti per adesso ho solo il disco fatto con l’orchestra sinfonica, uno dei primi esperimenti di questo tipo), anche se conosco i loro brani più famosi, ma non ho voluto perdere il concerto, perché ero sicuro di assistere ad un grande spettacolo musicale e così è stato. I Procol Harum in circa due ore di concerto hanno attraversato idealmente tutta la storia del rock degli ultimi quarant’anni, perché hanno suonato di tutto, dal pop anni sessanta al pop sinfonico che li ha resi celebri (con citazioni di Chopin e Lizt), dal blues più classico al rock blues più sanguigno e viscerale, dal progressive rock elaborato e sofisticato all’hard rock più diretto (quando pestavano non facevano sconti a nessuno) e non sono mancate incursioni nella canzone d’autore più raffinata, oltre ad un piccolo omaggio a Bob Marley con un accenno di “Woman No Cry”, ce n’era davvero per tutti i gusti e il pubblico ha dimostrato di gradire. Ma la cosa più importante è stata che in ogni brano erano assolutamente credibili e convincenti, ad esempio quando suonavano il rock blues lo facevano come Dio comanda, i brani più pop non erano mosci o sdolcinati, ma avevano un tiro che manca a tante formazioni di giovani dei giorni nostri e così via. Molto belle poi le costruzioni armoniche dei brani con preziosi duetti fra i due tastieristi.

Il concerto era diviso in due parti, con una pausa di un quarto d’ora circa. La prima canzone eseguita dopo la pausa è stata la celebre “A Salty Dog”, come il chitarrista ha accennato il verso del gabbiano si è sentito un fremito di commozione che ha scosso tutti i presenti, ma poi a metà del pezzo è arrivato l’imprevisto: quasi alla chetichella è salito sul palco Mr Zucchero “Sugar” Fornaciari fra lo stupore generale dei presenti. È risaputo che Zucchero goda di una stima internazionale, ma quello che è successo sul palco del palazzetto di Chiari era la dimostrazione che Fornaciari per primo nutre un profondo rispetto per i classici del rock e lo ha dimostrato con grande umiltà e coerenza. Cosa ha spinto una star del suo calibro a scomodarsi per venire in un paese lombardo per cantare poche strofe? Per me la risposta è solo una: la passione.

Ottime performances di tutti i musicisti, tutte di altissimo livello, in particolare voglio segnalare quella del tastierista Josh Phillips (Arthur Brown, Big Country, Eric Clapton), che mi ha ricordato molto come stile quello dell’ex Deep Purple John Lord. Ultimo ma non ultimo, conclusi i bis il gruppo è stato omaggiato di un premio alla carriera dall’organizzazione, fra cui c’era anche un circolo di amanti dei Beatles, e il leader Gary Brooker ha deciso così di aggiungere alla scaletta una versione stupenda di “Hey Jude”, che è stata suonata con un trasporto e un’intensità che nemmeno i fab four riuscivano a rendere.

Certo si potrebbero fare ancora mille considerazioni sull’età del pubblico, sull’età dei musicisti stessi, sul fatto che da allora è sempre più difficile trovare artisti capaci di lasciare un’impronta così profonda nella musica, ma in fondo a questi nobili argomenti ho preferito cercare di trasmettere l’entusiasmo e la soddifazione che ho provato durante la serata.

Per chiudere voglio ringraziare la Blue Sky Promotion che porta sempre dei grandi artisti in Italia e voglio anche aggiungere che ho scoperto che il comitato organizzatore di Chiari in sei anni di attività ha portato nel paese artisti fenomenali e mi è spiaciuto aver scoperto solo ora delle loro iniziative, ma vi consiglio di segnarvi queste informazioni, perché le sorprese non sono finite, alla prossima. GB


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