Si possono mischiare Gothic, Prog e Black Metal? E' difficile dirlo
ma l'opera seconda dei Provenance sembra riuscire in questa impossibile
alchimia. La Svezia ci regala una nuova grande sensazione e si dimostra
terreno sempre più prolifico di talenti.
Questo disco riunisce in se tante idee espresse con convinzione e
proprietà tali da renderlo apprezzabile dai seguaci di generi
molto lontani fra loro. "Climbing Ideas" apre in modo egregio
l'album con un intro sontuoso dove i riffs di chitarra si sovrappongono
creando un impatto avvolgente irresistibile, poi il brano assume una
struttura metal di spessore, ma senza esagerare, il cantato growl
si alterna a quello femminile riprendendo una formula ben sperimentata.
"Tearful, Bitter, Broken" continua l'esplorazione dei meandri
metallici, con un incedere rabbioso e un cantato femminile da sabba
dannato. "Carousel Of Descend" è la prima vera sorpresa,
le chitarre si fanno oniriche e la sezione ritmica rallenta, poi entra
un flauto in pieno stile Jethro Tull, è un mix di influenze
di grande valore! "The Ardbeg Experience" è un brano
mellifluo in puro stile prog, vagamente psichedelico e molto onirico,
le chitarra sono dolci e la sezione ritmica accarezza l'ascoltatore,
qua e la compare ancora un flauto stregato, ancora una grande prova.
Da questo punto il disco si adagia sui risultati conseguiti e sviluppa
le idee approfondendole, in particolare ho apprezzato la complessità
delle atmosfere apocalittiche di "World Of Hurt", mentre
"At Arms Length" chiude alla grande riproponendo tutti gli
elementi che hanno cosparso questo incredibile CD.
Questo disco è la prova che c'è ancora spazio per la
creatività in generi musicali che sembravano quasi esauriti,
evidentemente non era così. GB
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