L’ingresso
nella spagnola Locomotive Records per i romani The Prowlers è
sintomo di miglioramento. In questo secondo lavoro, dopo il debutto
di “Soul Thieves” si denota un incremento di personalità,
pur sempre restando una fedele band di Power Metal amante di band
come Iron Maiden, Blind Guardian & company. Non dobbiamo dimenticare
che il sestetto nasce come cover band, ma a sorpresa oggi esibisce
una nuova ed inattesa personalità e questo la dice lunga sulla
loro bravura, considerando poi che il Power Metal è un genere
in cui è facile plagiare qualcuno.
C’è di che ascoltare, persino brevi stralci Progressive
creati dalle ottime tastiere di Massimiliano Destefano, suonate con
gusto e mai fuori luogo. Le chitarre di Stefano D’Orazi e Fabio
Schirati scrivono degne scale metalliche, così come la sezione
ritmica di Claudio Cappabianca (batteria) ed Alessandro Vincis (basso)
che si diverte a martellare come genere comanda. Permettetemi però
di spendere una parola in più per l’ottima interpretazione
di Fabio Minchillo al microfono, una voce granitica da vero singer
Metal.
“Alone In The Dark” comincia come meglio non si potrebbe,
carica di elettricità, con un ottimo movimento centrale impreziosito
dall’assolo di chitarra. “YTT” istiga in me stralci
di vera musica anni ’80 e la voce di Fabio sale, mentre le tastiere
completano l’opera. Altri momenti emozionanti li incontriamo
in “A Last Gaze”, nella bella strumentale “Acid
One” e nella conclusiva suite “Devil’s Bridge”.
Più ascolto questo disco e più mi piace, cresce l’adrenalina,
così come la voglia di gridare con loro. Non mancano certamente
i lati da smussare, questo si sa, altrimenti staremmo qui a parlare
di un capolavoro, ma credetemi quando dico che questo “Devil’s
Bridge” è un signor disco.
La musica Metal italiana fa passi da gigante, supportiamola a dovere,
non sempre è vero che l’erba del vicino è la più
verde. MS
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