Nel
mondo del prog ogni tanto spunta qualcosa di nuovo, come nel caso
di questi PRR, che propongono un melange musicale piuttosto personale,
anche se qualche nome di riferimento non manca, su tutti quello dei
Porcupine Tree e ovviamente dei Pink Floyd, ma nel loro sound c’è
anche molto post rock, del pop sofisticato e della musica elettronica,
un coacervo moderno che proietta i Pure Reason Revolution direttamente
nel futuro.
Amor Vincit Omnia è il secondo disco in studio di questa band
inglese nata all’inizio del nuovo millenio e che si è
già esibita al famoso Nearfest, esibizione immortalata nel
live dello scorso anno. Il gruppo si dimostra senz’altro molto
ambizioso e questo mix risulta piuttosto altisonante, gli intenti
sono in effetti intriganti, c’è bisogno di idee nuove
nel mondo del prog, di nuove contaminazioni, di nuove vie di fuga
e i Pure Reason Revolution ci provano in tutti i modi.
Il giro di tastiere dal sapore vagamente ottantiano di apertura del
brano “Les Malheurs” confonde un po’ le idee, il
gruppo dimostra subito una certa personalità vagamente androgina
e conturbante. Suberato l’imbarazzo iniziale si comincia ad
avvertire lo spessore non comune della band, il brano comunque risulta
nel complesso un po’ troppo leggero. “Victorious Cupid”
inizia a presentare un livello compositivo più profondo e ricercato,
percorso che continua con l’intensa suite senza titolo e composta
di tre parti che parte con “Keep Me Sane/Insane”, continua
con l’energica “Apogee” e si conclude con la drammatica
e spietata “Requiem For the Lovers”. Da questo punto però
il disco entra come in una fase di stallo e non presenta più
particolari picchi espressivi. “Bloodless” risulta molto
leggera, troppo, con un ritornello che viene ripetuto fino alla nausea.
Le cose non migliorano con la freddamente elettronica “Disconnect”,
molto prevedibile, quasi un esercizio di stile. Stesso discorso vale
per “The Gloaming” che non lascia traccia. Chiude l’eterea
“Avo” che recupera qualcosa con la sua aura sognante,
ma anche in questo caso l’ecletismo della band guasta buona
parte del pezzo spingendo troppo sul lato elettronico e troppo poco
sulla composizione del pezzo.
I PRR sono una band dalle grandissime potenzialità, ma sembrano
un po’ prigionieri delle proprie intuizioni invece di essere
loro a dominare il gioco. Amor Vincit Omnia è un disco dal
titolo molto suggestivo e che offre spunti musicali molto interessanti,
ma che al tempo stesso sembra un’opera incompiuta. Speriamo
che in futuro la band sappia trovare la via per fare grandi cose,
le capacità ci sono. GB
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