Il precedente disco dei Pythagoras mi aveva colpito inizialmente per
la cura dell’artwork, un vinile triplo quando ancora non era
iniziata (in modo significativo) la ripresa di questo supporto. Poi
mi aveva colpito la musica, un prog molto articolato, coraggioso e
ricco di influenze, senza il timore di sperimentare sonorità
attuali con un gusto molto settantiano nella concezione artistica.
Quindi ero sinceramente curioso di ascoltare questo nuovo lavoro che,
pur essendo un live, contiene tutto materiale inedito. Si tratta infatti
di composizioni legate all’opera dell’artista Ilja Walraven
(http://www.iljawalraven.nl/) eseguite nel 2015 in occasione di una
sua esposizione. Il concerto è durato circa tre ore e mezza,
ma qui possiamo ascoltare solo i 79 minuti conclusivi. Musica onirica,
spaziale, che mescola con grande maestria prog, jazz, rock, in una
lunga jam session. Di fatto si tratta di musica improvvisata al momento
e l’ascolto attento rivela il carattere istintivo dell’opera,
c’è qualcosa che si avverte essere esclusivo e unico,
della serie “buona la prima”. Che feeling, che intesa
tra i musicisti, che creano dei groove formidabili. Il preambolo può
indurre a pensare che si tratti di musica non di facile ascolto. Niente
di più sbagliato, è arte che intrattiene anche con questa
sua immediatezza, che sicuramente può essere molto stimolante
per chi fa musica, ma anche per un pubblico che ama la musica “suonata”
e non prodotti preconfezionati.
Stiamo parlando di arte, in questo caso anche in ambito figurativo,
per cui l’invito è ad aprire la propria mente e lasciarsi
conquistare da questa estemporanea musicale. GB
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