Si
erano fatti conoscere col positivo mini "Four Stones" (appunto
quattro pezzi, tre dei quali riproposti sul presente dischetto), in
virtù di un energetico rock stradaiolo, coniugante al meglio
melodia e gagliardia esecutiva. E non mancano di confermarsi, essendo
"Never:Enough" davvero un album godibile, grintoso e dotato
di linee accattivanti, senza però scadere nel ruffiano ad ogni
costo.
Vi è stato comunque un parziale rinnovamento del sound complessivo,
giovandosi questo ora di un approccio a tratti marcatamente più
duro ed oscuro, innerbato da un coinvolgente groove chitarristico,
poggiante su una sezione ritmica fantasiosa ed instancabile. Molto
più moderne nella loro veste, le attuali composizioni godono
di grande appeal, si ascoltino ad esempio l'opener "Up to you",
"Burnin' fever" o la darkeggiante ballad "No more answers".
I tre pezzi già presenti sul mini d'esordio ribadiscono quanto
siano bravi nello scrivere grandi canzoni, i nostri pitoni: "Texas
Queen" emana dolciastri aromi bongioviani, "Black stone"
è proprio bella tosta, "Shadows" è semplicemente
bella! Sorprende la svelta "Away", rimandando decisamente
ai più colorati e viziosi anni ottanta, con un tiro irresistibile
che la rende un piccolo compendio dell'attuale veste sonika della
band. Altra piccola perla è "In the rain", con porzioni
acustiche a a stemperare l'irruenza strumentale messa in campo dai
nostri.
Su tutto, spicca l'ispirata ugola di Francesco Castoldi, davvero bravo
ad interpretare le più disparate situazioni. Chiude la delicata
"Just a song", piece a la Mr. Big. Ottima la produzione,
la quale non fa che accrescere il valore di "Never:Enough".
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