Siamo al secondo album per questo trio multinazionale di cui non ho
notizie precise, anche la bio è piuttosto avara in questo senso,
pertanto mi limito a segnalare che il gruppo sta portando avanti il
progetto di realizzare una quadrilogia (menomale che non sono sempre
“trilogie”!!!), l’idea base sembra essere quella
di rappresentare la capacità di prendere possesso della propria
vita e in questo cammino Stop the Clocks vuole farci riflettere sull’energia
che possiamo far emergere in un periodo in cui tutto attorno a noi
sta crollando, un messaggio decisamente positivo in un periodo dove
dilaga il pessimismo. La base musicale è un prog metal molto
personale ed energico, difficile da incanalare in qualcosa di già
ascoltato, il sound della band è moderno, con una buona dose
di melodia.
Si parte col ritmo serrato di “Still I’m Sad”, i
suoni sono ruvidi, nervosi, quasi dissonanti e il primo impatto non
è dei migliori, ci sono anche degli intrecci ritmici che non
scorrono come dovrebbero e l’avvio pare tutto in salita, anche
se il sound è decisamente personale e questo piace. “Freedom
of a 1000 Miles” è costruita su un drumming tribale,
mentre il cantato segue una melodia ancora una volta caratteristica,
non è un pezzo che spicca, ma ha un suo perché. “I
Live” è spiritata, quasi dark, piace, ma è un
po’ troppo breve. “Seven Clicks Away” è dominata
da suoni elettronici, molto moderni, molto trance o se preferite trip-hop,
non c’entra nulla col resto del repertorio, ma piace la voglia
di sperimentare. “Stand Up” è una power song dal
ritornello ruffiano, ottima per scatenare il pubblico dal vivo. Bella
la power ballad “Mountains”, epica e con un buon pathos.
“Your Man” è uno dei pezzi che mi sono piaciuti
di più, contiene tutti i tratti distintivi di questo gruppo,
linee melodiche complesse e accattivanti, un sound distintivo e la
giusta dose di rabbia. Molto riuscita anche la title track, un’altra
power ballad, la seconda parte del cd si sta rivelando decisamente
migliore e questo fin verso la fine del cd, solo l’ultimo brano
“Verona” mi è parso un calo, per il resto è
stato un buon crescendo.
Ci sono dei margini di miglioramento, ma questa band sembra avere
la personalità per lasciare un segno nel panorama del prog
metal, un genere che non sembrava avere ancora molti sbocchi. GB
Sito Web
|