I Quasar Lux Symphoniae sono una band friulana dedita ad un Prog sinfonico
d'impatto, uno fra i nomi di spicco in ambito nazionale nel genere.
Ho sempre seguito la discografia di Roberto Sgorlon (chitarra, voce,
tastiere), Umberto Del Negro (basso), Fabrizio Morassutto (batteria)
e Paolo Paroni, maestro aggiunto con la musica classica, ma i QLS
sono un progetto ancora più ampio ed aperto a più artisti.
In particolar modo ho apprezzato nel 2008 "Synopsis", ma
anche il buon "Mit" del 2000 (Mellow Records) o l'opera
Rock "Abraham" del 1994 e comunque la discografia composta
da cinque album escluso il presente, che staziona sempre su buoni
livelli.
Ufficialmente si fanno conoscere al pubblico nel 1984 con "Night
Hymn" in piena era New Prog, quando IQ, Marillion e Pendragon
su tutti, imperversavano fra i fans. La curiosità attorno alla
band, visto l'interesse del periodo sul genere, è pressoché
immediata e si comincia a parlare anche di un disco debutto mai edito
del 1977, il fantomatico "The Dead Dream". Questo è
un concept album influenzato dalla psichedelìa dei Pink Floyd
e anche da vigorose atmosfere elettriche, come quelle dell'Hard Rock.
Quindi le canzoni risalgono al 1977, ma vengono riregistrate nel 1995
rispettando fedelmente le originali. Grazie alla Lizard, oggi possiamo
godere di questo concept e chiudere il capitolo "album fantomatico".
Un encomio a parte per l'artwork di Davide Guidoni, sempre più
ispirato e prezioso.
Il sogno della morte è profondo e drammatico sin dall'iniziale
"Overture" e l'aurea degli anni '70 aleggia sopra l'ascoltatore,
mentre le tastiere compongono buone melodie ed accompagnamenti. Per
narrare un sogno servono atmosfere quantomeno psichedeliche e qui
il tutto viene sottolineato anche da respiri ritmici e da una narrazione
recitata d'impatto. Ma è "Life For Art" che si addentra
nei meandri di questa storia, canzone semplice e sentita nell'interpretazione
vocale.
L'Hard Rock a cui mi riferivo in precedenza è quello di "Stranger
Shadow", nulla di trascendentale, cadenzato e diretto, supportato
da assolo di chitarra gradevole e trascinante. Qui con difficoltà
si riscontrano i QLS che conosciamo oggi. Resta comunque palese che
gli anni '70 hanno avuto un fascino sonoro di assoluta rilevanza,
emotivi nell'approccio sia mentale che corporale, come nella strumentale
"Cast Revelation". La chitarra lascia sognare anche a noi,
una ballata sentita, accompagnata dalle sempre presenti tastiere.
Tutti i brani probabilmente avrebbero necessitato di un migliore supporto
di arrangiamenti, però dobbiamo sempre tenere alla mente che
"The Dead Dream" doveva essere sempre un debutto e se vogliamo
paragonarlo alle uscite degli anni '70 si può dire che siamo
decisamente sopra la media.
L'acustica "Look Again", "Game Over" e via verso
la conclusiva "San Francisco California" trasportano la
mente in questo oscuro viaggio onirico. L'ultimo brano è a
mio avviso un piccolo gioiello in ambito Prog e battezza una band
che successivamente saprà mantenere la promessa di buona scrutatrice
d'idee.
Piacevolissimo disco rispolverato e spero a questo punto di poter
ascoltare buone nuove dai QLS, perché di buona musica ce n'è
sempre bisogno, oggi e sempre, alla faccia di chi dice sempre che
il Prog è morto. MS
|