Questa band ligure è giunta alla prova del secondo album e
ha deciso un passo molto impegnativo, infatti il disco si ispira alla
Divina Commedia, analizza i sette vizi capitali in una ideale discesa
in un inferno per vedere la luce solo alla fine del disco.
Formazione a quattro atipica, con tre voci, due chitarre, basso e
batteria. Il sound è complesso, un hard rock nervoso venato
di tinte progressive, moderno e attento alle melodie. Essendo un concept
suggerisco un ascolto continuo del disco, senza interruzioni, cosa
che risulta facile perché non ci sono momenti deboli o cali
di ispirazione. Sembra che l’argomento trattato abbia veramente
ispirato questi musicisti, le musiche composte sono convincenti con
alcuni momenti veramente pregevoli. Molto buona anche la produzione
di Pietro Foresti, che ha già lavorato con nomi importanti
e si sente.
Roots funziona molto bene, anche al riascolto continua a catturarmi.
GB
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