Rock Impressions
 

INTERVISTA AI SARRAZINE (versione inglese)
di Giancarlo Bolther

Il tuo disco riesce a coniugare prondità e gusto estetico al tempo stesso, che tipo di musica stai cercando di creare?
Grazie del complimento, questo album è frutto della collaborazione di più persone, pertanto non posso prendermi tutti i meriti solo per me stesso, infatti riflette i gusti di ben più di una persona.
Il mio contributo ha riguardato la scelta dei brani (la maggior parte eccetto “Iron Horse” e “Music For a Whale”) e la loro interpretazione. Ho realizzato anche due brani originali che sono “A-Stase” e “Who Am I?”, che comunque sono frutto di mie collaborazioni. Tutti gli artisti coinvolti in questo progetto sono essenzialmente dediti alla musica elettronica. Tutti questi fattori insieme hanno contribuito al risultato finale e alla coerenza del progetto nel suo insieme, ad un certo punto però eravamo anche un po' preoccupati per la presenza di così tante persone! Per quanto riguarda la “profondità” la vedo più come una questione di “maturità”, tutti noi abbiamo superato da tempo il periodo dei teenagers e credo che questo in qualche modo abbia influito sulla musica. Io per adesso non ho uno stile definito e allo stesso tempo non sento di appartenere a nessun genere in particolare. Come compositore sono all’abc e non so nemmeno se riuscirò mai a superare questo stadio!! In questo periodo le mie scelte riguardano più quali sono i brani che mi piace reinterpretare, quali sono quelli che sono più vicini alla mia personalità.

Mi puoi raccontare qualcosa di più sulla realizzazione dell’album?
Come ti ho già detto si è trattato di varie collaborazioni. In passato avevo contribuito come ospite a vari albums di Phil Von e sentivamo il desiderio di fare qualcosa di più specifico insieme, così, due anni fa, abbiamo iniziato a lavorare su questa idea. In seguito Phil si è reso conto che per ragioni pratiche non avrebbe potuto contribuire a tutti i brani dell’album, pertanto propose l’idea di chiedere a dei suoi amici di partecipare, molti dei quali io conoscevo già. Per questo motivo lui è diventato il produttore artistico del progetto. Senza l’aiuto di Internet questo disco non sarebbe mai stato fatto, io vivo a Londra, mentre gli altri vivono in Belgio, in Svizzera, a Barcellona, a Parigi, a Istanbul!!! Per quanto riguarda la realizzazione dei singoli brani alcune tracce sono partite dalle parti vocali, mentre altre sono partite dalle basi musicali, alcuni brani sono venuti subito bene, altri hanno richiesto molto più tempo per essere finiti.

Dove hai preso l’ispirazione per realizzare questo disco?
Sono partito con il brano di Marc Almond e poi mi piacevano molto delle canzoni medioevali (Sarrazine, Blood River, Pour Mon Courage, anche se questi non sono i titoli originali), infine mi ha influenzato molto l’”Invitation au Voyage” (La Tristesse du Roi) di Henri Durpac. Questi sono stati gli input che hanno dato vita all’atmosfera finale dell’album.

Com’è nata la tua carriera musicale, è la prima volta che incidi un disco?
Ho iniziato la mia carriera artistica come ballerino, ho studiato in “Mundra” il cui direttore artistico era Maurice Bejart e c’erano degli ottimi insegnanti di canto. Dopo di che sono entrato nella “Lindsay Kemp Company” e cantavo nella maggior parte degli spettacoli. Poi una volta a Londra dopo una esibizione ho conosciuto Phil. Quando sono andato ad abitare a Londra ho dato vita ad un gruppo insieme all’artista italiano Luca Mainardi, eravamo anche andati in studio a registrare e tutto il resto, ma tutto questo non portò a nessun risultato concreto in quel periodo. In seguito ho cantato in alcuni album di Von Mgnet (un progetto di Phil) e anche in alcuni loro concerti.

Mi puoi spiegare il significato del nome Sarrazine, si tratta di un tuo alter-ego?
Tutti hanno un nome d’arte, così ho pensato: perché non averlo anch’io? Non sono all’inizio della mia carriera artistica e molta parte di questa si è svolta sul palcoscenico rivestendo ruoli sempre diversi in spettacoli che non erano classificabili in nessuna categoria specifica. Così, a questo punto, ho sentito che poter avere il mio nome su un disco di musica “Pop” per me sarebbe stato inopportuno, un Alter Ego mi avrebbe dato una maggiore libertà.
Sarrazine è il titolo di un racconto di Balzac che allo stesso tempo è il protagonista della storia ed è un nome molto piacevole. La storia è abbastanza immorale, barocca e decadente, una combinazione perfetta!!! Ho rappresentato a Londra un adattamento di questa storia ed è stata una delle mie migliori interpretazioni di sempre.
Come vedi… DOVEVO adottarerendere uno pseudonimo!

Guardando l’artwork della cover mi hai ricordato artisti come Mark Bolan e David Bowie, quanto sei stato influenzato da questi artisti?
Si, è una cover molto “Glam”. Un altro legame con Bowie e Bolan viene dagli anni che ho trascorso con Lindsay Kemp. Negli anni settanta, Lindsay conobbe molto bene entrambe, lavorò con Bowie, ma forse sarebbe più corretto dire che Bowie lavorò con lui e penso che da un punto di vista estetico si siano influenzati a vicenda.

Pensi di fare dei concerti a supporto del disco? Stai pensando ad uno show teatrale?
Si certo, ci sto pensando e devo dire che tradurre in un’esibizione questo album, che è nato come progetto in sudio, è una vera sfida. Mi piacerebbe inserire in primo luogo dei musicisti on top of the pre-recorded tracks, un duro lavoro per il sound engineer. Dovrebbe essere certamente uno concerto con una componente teatrale con almeno un paio di performers. Ma tutti questi per adesso sono solo delle ipotesi, perché il tutto dipende dalla possibilità di trovare i soldi necessari per sostenere la produzione del progetto. Sai se qualcuno è interessato??

Quali sono i tuoi artisti preferiti, quelli che ti hanno maggiormente influenzato? E che musica ascolti?
Se dovessi sceglierne uno questi sarebbero i Velvet Underground. Per il resto non ascolto molta musica nuova, ultimamente ascolto molta musica classica, in particolare quella operistica francese è la mia nuova passione da Werther a Massenet.

Quali sono le tue ambizioni e le tue aspettative per il futuro?
Fare dei concerti, realizzare un altro CD, fra i sogni pui ambizioni c’è di poter dirigere un Opera, far parte del cast di un film di fantascienza, ritirarmi per un periodo in India per praticare dello Yoga, visitare l’Iran, questo si mi piacerebbe molto! Alcuni anni fa ho assistito a Londra ad uno spettacolo che mi è piaciuto molto: “La Gata Cenerentola” del regista Roberto De Simone con cui mi piacerebbe molto lavorare, come sai parlo abbastanza bene l’italiano, anche se credo che avrei delle difficoltà con l’accento napoletano.

Hai una filosofia di vita? La tua visione del mondo è…
Vivere una buona vita! Mi sono reso conto che questo non è così facile come avevo sperato!
Per quanto riguarda la mia visione del mondo ho trovato molto duro affrontare la realtà quotidiana della mia vita contraddittoria e non penso che riuscirò mai a mettermi a contemplare i Pianeti. (?!?)

Qual è la tua sfida più grande per il futuro?
Morire in pace!

GB

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