Il silenzio profondo può essere assordante tanto quanto della
musica Heavy Metal, è un paradosso? Probabilmente, ma la realtà
delle cose ci racconta di un mondo spesso affogato nel silenzio di
verità nascoste, verità che fanno girare il tutto a
nostra insaputa. Questo silenzio è assordante e fa si che tutto
vada come solo alcuni vogliono che vada. Detto questo, Silenzio Profondo
sono una band del mantovano (Quistello) che proprio basandosi su questo
concetto, costruiscono le basi per suonare dell’Heavy Metal.
Si formano nel 2006 per suonare inizialmente cover di gruppi del settore
come Iron Maiden, Deep Purple e Metallica su tutte. L’idea primordiale
è di Gianluca Molinari (chitarra) e Francesco Benassi (voce),
ma negli anni subiscono numerose defezioni e cambiamenti di line up,
sino giungere ai nostri giorni con Maurizio Serafini (voce), Manuel
Rizzolo (chitarra), Tommaso Bianconi (basso), Alessandro Davolio (batteria)
ed appunto il fondatore Gianluca Molinari (chitarra). Nel 2009 rilasciano
il demo “Alias” formato da quattro brani, e nel 2011 l’ep
sempre composto da quattro brani dal titolo “Heartquake”.
Ed è nel settembre del 2016 che si chiudono in studio per comporre
del nuovo materiale e allo stesso tempo ridare spolvero ad alcuni
loro cavalli di battaglia. Quello che si denota è il cambio
di lingua nel cantato, oggi in italiano. Il risultato è “Silenzio
Profondo”, con otto canzoni al suo interno ed un libretto contenente
testi e foto.
Il disco si apre a tutto gas con “Senza Anima”, canzone
ritmata che mette immediatamente in evidenza la sezione ritmica importante.
La voce di Maurizio Serafini è pulita e mai tenta strade a
lei impercorribili, giocando sulle melodie che sono la vera forza
delle canzoni dei Silenzio Profondo, specie nei ritornelli. Il gruppo
sa bene l’importanza dello spezzare l’ascolto, cosa che
la maggior parte delle band di oggi non fanno quasi più, ossia
mettere anche seppur brevemente, un assolo strumentale qui ad esempio
di matrice Iron Maiden. Ciò rende scorrevole il tutto.
“A Stretto Contatto” personalmente mi da reminiscenze
Saxon e non può che farmi piacere ascoltare del sano Heavy
Metal anni ’80 ancora oggi. Più cruda “Terzo Millennio”,
dai testi importanti, con metafore riguardanti la vita e la società.
Fra le canzoni che più mi hanno colpito spiccano “Fragile”
e la conclusiva title track “Silenzio Profondo”, e se
faccio caso sono anche le più lunghe dell’album , superiori
ai sette minuti. La prima ha cambi di tempo e di umore, una sorta
iniziale di semi ballata che si sviluppa in crescendo emotivo e di
volume. “Jack Daniel’s” è un loro classico
proveniente in origine dal demo “Alias”, ruvido e trascinante.
Più ricercata la struttura di “Fuga Dalla Morte”,
canzone oscura come la tematica trattata. Epico l’inizio di
“Donna Senza Testa”, ritmica mid tempo cadenzata in stile
Doom per poi subentrare in antri oscuri della mente. Degna conclusione
dell’album è appunto “Silenzio Profondo”,
sunto dello stile della band.
Un disco scorrevole, senza strafare ed allo stesso tempo mai banale,
anche se alcuni deja vu affiorano inesorabilmente. In Italia l’Heavy
Metal continua a godere di buona salute, grazie anche al lavoro di
label come la Andromeda Relix, vera e propria maschera d’ossigeno
per il genere in questione. MS
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