La storia di questa band siciliana affonda le radici negli anni ’90,
da allora hanno dato alle stampe diversi lavori, e questo è
il terzo album in studio, diventando nel tempo una cult band a tutti
gli effetti. Le sonorità espresse gravitano tra il black metal
e il doom con risvolti decisamente oscuri.
Questo disco non delude le aspettative di chi li ha seguiti nel tempo.
Il brano eponimo apre con un doom dalle tinte prog, espresse nelle
ritmiche, mentre un organo spettrale incombe minaccioso. “Saturnalia”
è più tribale, per certi versi mi ha ricordato i primi
Trouble. La band comunque esprime una forte personalità e se
in qualche misura l’ambito in cui si muovono possiede dei confini
abbastanza delimitati, questi musicisti riescono comunque ad imprimere
un’impronta personale al genere. Convincente è anche
“A Journey Unknown”, dove il ritmo rallentato assume toni
epici. Altro elemento è la varietà compositiva, anche
in questo caso i Sinoath dimostrano una buona maturità, perché
i brani proposti si dimostrano vari, sia nella costruzione che nelle
atmosfere. Tensioni più black emergono in titoli come “Brainstorming”,
che è più veloce, anche se non si raggiungono livelli
estremi e il cantato non è mai gutturale. Altro episodio di
rilievo è la complessa “The Absolute Nowhere”,
che in oltre dieci minuti offre un buono spaccato delle qualità
della band.
Anamnesis è un disco fuori dal coro che gli appassionati delle
sonorità oscure non devono assolutamente lasciarsi scappare.
GB
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