INTERVISTA
AGLI STILLE OPPRÖR
(versione
inglese)
di Giancarlo Bolther Per
cominciare puoi raccontarci un po’ la vostra storia?
Quando ero un bambino, mio papà, invece di cantarmi le tipiche
canzoncine per bambini, mi cantava brani dei Rolling Stones e dei
Led Zeppelin. Credo che questa sia la vera origine della mia passione
per la musica. Un tempo praticavo molti sports, ma ho smesso quando
ho deciso di dedicarmi seriamente alla chitarra verso i quindici anni.
In quel periodo suonavo con due gruppi, prima di dar vita ai Drawn.
Poi un paio di anni più tardi sono entrato nel regno degli
In The Woods e ho imparato molto dagli altri compagni.
Ho iniziato a comporre musica per gli Stille Opprør nel 1999.
All’epoca suonavo sia negli In The Woods che nei Drawn, entrambe
due gruppi metal. Tutti i dischi a cui ho partecipato fino a quel
momento erano metal, così ho iniziato a sentire il bisogno
di espandere il mio lato creativo. Ho impiegato un paio di anni per
imparare a suonare la chitarra acustica, per avere il giusto suono
e da allora gli Stille Opprør hanno preso vita.
Ci puoi raccontare con le tue parole i brani di So.2?
In opposto al debut album, che era maggiormente focalizzato
sulle chitarre acustiche, che costituivano l’elemento principale
del sound e poi c’era un filo rosso che legava i testi piuttosto
che un’attenzione alla struttura dei singoli brani, per questo
nuovo disco “S.o2” ho voluto una maggiore attenzione ai
dettagli e alla dinamicità. Ci sono ancora dei passaggi tranquilli,
ma al tempo stesso ci sono momenti con grandi chitarre distorte ed
effetti noise.
Invece di enfatizzare le parti aggraziate con maggiori melodie e dettagli,
ho principalmente aggiunto dei suoni ruvudu e rumorosi. Questo ha
fatto si che il contrasto fra le parti morbide e quelle più
ruvide fosse in grande risalto e che le due parti si evidenziassero
fra di loro in modo molto evidente.
Questa volta c’è stato molto spazio per l’improvvisazione
e parti dilatate. Sapevo sempre quale feeling volevo per ogni canzone
o tema musicale, così invece di pianificare ogni singolo dettaglio
c’è stata molta improvvisazione, man mano che venivano
creati il giusto feeling, le dinamiche e l’atmosfera dei pezzi
non mi dovevo preoccupare di cosa veniva suonato. Per esempio ci sono
delle parti notevoli che sono state suonate al sax. Questo tipo, Ole
Jørgen Bardal, ha suonato il suo sax usando un pedale per la
distorsione “Rat” e un amplificatore tubolare al massimo
volume, questo ha generato dei suoni distorti unici e senza controllo
che sono entrati in modo perfetto nella musica. Ha un sound che non
assomiglia a nient’altro che conosco (non riesci nemmeno a capire
che si tratta di un sax!) e mentre suonavano non sapevamo come sarebbe
venuto alla fine, ma dava l’impulso perfetto per il feeling
di ogni brano.
A cosa ti ispiri per i testi e come procedi nella composizione
dei brani?
Non sono capace di scrivere canzoni che non siano introspettive,
per cui tutti i miei brani lo sono. La mia speranza è che le
persone possano ugualmente immedesimarsi in esse a modo loro. Ad essere
onesti, trovo piuttosto strano scrivere testi sapendo che in questo
modo ci saranno persone che non conosco per niente, ma che queste
conosceranno una parte di me attraverso l’ascolto del disco…
penso che sarebbe bello trovare delle persone che scrivano i testi
per me, ma siccome si tratta di musica molto personale non credo sia
possibile.
So.2 è un disco complesso, ci sono momenti psichedelici
(“Meanwhile”), altri poetici e sognanti (“L Tune”),
altri prog (title track), altri misteriosi (“Reconnect”),
altri sperimentali (“Reconnect Outro”), che tipo di musica
stai cercando di fare?
Non sono alla ricerca di un genere preciso. Cerco di dare
ad ogni singola canzone l’atmosfera più giusta e siccome
mi piacciono molti stili diversi di musica, così anche la musica
che faccio è molto diversa. Inoltre siccome posso prendere
tutte le decisioni da solo, in pratica posso fare tutto quello che
voglio.
Ascoltando il disco ho trovato delle connessioni (non proprio
delle influenze, ma più delle suggestioni) coi Landberk di
Indian Summer, coi Paatos, coi Radiohead, con gli ultimi Marillion…
ti piacciono questi artisti?
Mi piacciono molto i Landberk e i Radiohead, quindi con loro
hai visto bene, mentre non ho mai ascoltato i Paatos e i Marillion.
Forse dovrei dargli un ascolto!
Pensi di rappresentare dal vivo So.2 o resterà solo
uno studio project?
Fino ad oggi abbiamo fatto un solo concerto e ne abbiamo
altri due prenotati. Uno in Norvegia e uno in Romania. Ho scoperto
che la nostra musica è molto adatta ad essere suonata dal vivo,
quindi spero che potremo fare qualche tour in futuro.
Secondo te quali sono le differenze principali fra i tuoi
diversi progetti?
Si tratta di generi musicali molto diversi. Animal Alpha
è metal/punk, mentre gli Stille Opprør, come hai detto
tu stesso, sono più psichedelici, sognanti e sperimentali…
Penso di essere riuscito a coprire la maggior parte delle mie esigenze
creative con queste due band. Penso non ci sia nessuna similitudine
tra le due.
Potendo, quali sono gli artisti con cui ti piacerebbe suonare?
Intendi sullo stesso palco? Mi piacerebbe davvero tanto poter
suonare con i Led Zeppelin, ma di sicuro mi cagherei nei pantaloni
alla prima battuta e dovrei scappare di corsa dallo stage. Nutro un
profondo rispetto per questi artisti. Sarebbe molto bello anche poter
suonare ad un concerto dei Tool. Pensa, sono convinto che anche ai
ragazzi dei Tool sarebbe piaciuto parecchio suonare coi Led Zeppelin.
Penso siano stati molto influenzati da loro.
Penso che gli artisti prog di oggi possano essere divisi in
due grandi categorie, una concentrata sugli aspetti tecnici della
musica e non sulla bellezza dei brani e un’altra concentrata
sulla ricerca di un sound simile a quello dei grandi gruppi del passato.
Mentre mi sembra che voi non apparteniate a queste due categorie.
Cosa pensi della scena prog di oggi?
Ad essere onesti non saprei cosa dire, perché non
seguo la scena prog moderna. Suonare musica molto tecnica per il semplice
gusto di farlo per me non è mai stato molto interessante, perché
ho sempre puntato più sulla canzone nel suo insieme e sugli
arrangiamenti, che per me sono la cosa più importante, ma se
un brano richiede dei passaggi tecnici o ha bisogno di avere un sound
del passato, allora cerco di applicarli. Comunque sia la canzone.
Secondo te quali sviluppi dovrebbe avere la musica prog nei
prossimi anni per creare qualcosa che sia ancora interessante?
Secondo il mio gusto personale credo che dovrebbe mescolare
sempre più generi musicali insieme.
Quali sono i tuoi artisti preferiti del presente e del passato,
e quali ti hanno ispirato di più?
Fra i miei gruppi preferiti e che mi hanno ispirato di più
ci sono Led Zeppelin, King Crimson, Tool, Radiohead e Jimi Hendrix.
Cosa mi puoi dire della scena musicale del tuo paese e quanto
sei culturalmente legato alla tua terra?
È una scena che sta crescendo. La scena black metal
è quella che sta esportando da più tempo e mi sembra
che il resto venga dopo. Le cose stanno migliorando anche perché
il governo sta supportando con dei fondi i gruppi e gli artisti, di
conseguenza è più facile poter andare in tour in Europa
con la musica alternativa e spesso diventa possibile dove sarebbe
impossibile senza dei fondi di supporto. Ad essere onesti, non posso
dire di essere molto collegato culturalmente alla mia terra. Ci sono
alcuni gruppi che cercano di integrare la musica folk con il rock
e che stanno diventando piuttosto popolari.
Quali sono le soddisfazioni più grandi che hai avuto
nella tua carriera musicale?
Difficile rispondere, anche se ce ne sono poche. L’ultima
è stata quando Lemmy dei Motorhead è venuto da me, alla
fine del concerto che abbiamo tenuto con gli Animal Alpha al festival
Rock Am Ring, per dirmi che il nostro show gli era piaciuto molto.
Mi sono sentito molto orgoglioso.
Riesci a vivere di musica o hai un altro lavoro?
Quando non sono in giro per concerti, lavoro in uno studio
di registrazione come ingegnere del suono e produttore. È una
combinazione ottima, perché posso suonare la mia musica e al
tempo stesso lavorare sulla musica di altre persone.
Quanto è importante per te la famiglia nella tua carriera
musicale?
Molto importante. Mi supportano in tutto quello che faccio.
Devono essere molto pazienti, perché il mio lavoro mi porta
via molto tempo e e non do mai per scontato che ci sono anche loro.
Quali sono stati per te gli anni più felici e quelli
più duri della tua vita?
Direi che gli anni più felici sono quelli che sto
sperimentando adesso, mentre i peggiori sono stati fra i dodici e
i diciassette anni.
Ti ringrazio per il tempo che mi hai concesso e sentiti libero
di concludere l’intervista come preferisci…
Grazie per la bella intervista. Ottime domande. Spero di
poter suonare dalle tue parti prima o poi! Stammi bene. Chris
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