In questo tempo di dispersione artistica, dove convivono generi musicali
liquidi, trasversali, con nuove tendenze di cui si fatica a vedere
un possibile futuro, ci sono sempre più band aggrappate ad
un modo di fare rock secondo criteri che si credeva fossero consegnati
al passato. C’è chi lo chiama vintage, chi retro, chi
regressive e ancora old school e altro, perché perfino certa
stampa non sa bene come definire il ritorno ad una musica diretta,
viscerale, ruvida, che sembrava pane per nostalgici freakettoni, invece
è sempre più facile imbattersi in gruppi come questi
Supasonic Fuzz, che già dal nome promettono valanghe di decibel
“sporchi e cattivi”, come il buon rock comanda.
Di questo trio ho poche informazioni, potrebbero essere al primo album,
propongono uno stoner molto tirato e acido, il cantante ha una voce
che mi ricorda molto il compianto Eric Wagner dei mitici Trouble.
Ovviamente propongono musica satura, costruita su riff di chitarra
ossessivi e ritmi tribali, si potrebbe contestare che non presentano
novità, che si tratta di uno stilema già consolidato,
ma è anche vero che il gruppo appare molto solido, con buoni
brani e soprattutto che funzionano. GB
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