Questa band toscana approda al secondo album, personalmente li ho
incontrati grazie alla partecipazione al tributo ai Blue Oyster Cult
su The Dark Side of the Cult e mi aveva colpito la raffinatezza della
loro versione di Don’t Fear the Reaper. Quindi ero curioso di
conoscere più a fondo la loro musica.
Nel loro sound ci sono molte influenze, possiamo parlare di prog rock
in senso lato, perché propongono strutture musicali complesse,
con partiture strumentali articolate, ma in realtà sono anche
molto attenti a comporre belle melodie. C’è un uso misurato
del metal, c’è del rock, tutto appare molto amalgamato
all’insegna di una musica piacevole da ascoltare. La complessità
è felicemente coniugata con un linguaggio accessibile. Poi
colpisce anche la ricchezza compositiva, per cui c’è
molta varietà fra i brani. Il disco è registrato con
cura e ogni strumento si sente bene con bella mostra delle parti soliste
di chitarra e tastiere. La voce limpida del cantante si inserisce
bene nel contesto. Apice dell’album è la romantica title
track ma non mancano momenti anche più grintosi, Beyond the
Air è proprio un bel lavoro.
Unica pecca le grafiche che non sono all’altezza della musica,
di sicuro la band ha messo tutto il cuore per fare questo disco e
si sente, per il futuro credo varrebbe la pena di fare uno sforzo
in più per presentare al meglio un lavoro così pregevole.
GB
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