Rock Impressions

Theocracy - Mirror of Souls

THEOCRACY - Mirror of Souls
Ulterium Records
Distribuzione italiana: Frontiers
Genere: Heavy Metal
Support: CD - 2008

Non mi aspettavo di poter trovare ancora un disco di epic power prog metal capace di emozionarmi come questo degli americani Theocracy. La band nasce come one man project di Matt Smith che si occupa di tutto e pubblica un primo lavoro nel 2003 che si fa subito notare, ma a distanza di pochi anni rieccoci con una formazione completa e questo nuovo e sorprendente disco. Non c’è molto da aggiungere sulla storia di questi artisti se non che sono un gruppo di Christian Metal, il loro sound è un riuscito mix di Iron Maiden, Stratovarious, Blind Guardian, Helloween, Rhapsody, tanto per dare qualche riferimento, ma con una spinta vitale non comune.

L’intro è un classico giro di tastiere che lancia il giro di chitarre che costituisce l’ossatura di “A Tower of Ashes”, un brano in doppia cassa che fa solo da antipasto a quanto ascolteremo in seguito. L’impressione è subito positiva, grandi cori. “On Eagles’ Wings” prosegue con lo stesso stile epico, serrato e incalzante, l’arma vincente sono ancora le melodie contagiose e vitali, che sono il vero punto di forza e il segno distintivo di tutto l’album. Con “Laying the Demon to Rest” il gruppo mostra di essere capace anche di comporre buoni brani rallentati e dal grande senso drammatico, l’atmosfera si fa plumbea, ai limiti del dark e coi quasi dieci minuti del pezzo si possono incominciare gustare anche le qualità più prog della band, ci sanno davvero fare. Un bel giro di chitarra acustica apre “Bethlehem”, una power ballad intensa e ancora una volta dominata da bellissime melodie vocali dal gusto epico. Chi mi legge abitualmente sa che non amo molto l’uso eccessivo della doppia cassa, tranne quando è molto variato, ma nel caso di questi Theocracy mi piace e “Absolution Day” scorre che è un piacere. Il disco presenta una buona unità compositiva e i brani “The Writing in the Sand” e “Martyr” proseguono senza presentare grosse novità rispetto al repertorio precedente, ma non c’è un brano brutto o sotto la media. Apoteosi finale con la suite “Mirror of Souls”, che supera i ventidue minuti di follie metalliche, ricalca un po’ i brani dei Maiden tipo “Hallowed Be the Name” o “Rhyme of the Ancient Mariner”, partiture epiche e vagamente prog che si intrecciano in un tessuto molto teatrale di grande spessore.

Se ogni tanto vi piace ascoltare del metal, avvicinatevi senza timore a questi “devoti” metallari, vi toccheranno il cuore con le loro melodie e con la potenza del loro sound epico e celestiale. Davvero sopra le righe. GB

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