Fra
tutti i gruppi che ho amato in gioventù ce n’è
uno in particolare che ha cambiato il mio modo di approcciarmi alla
musica metal: i Trouble. Questa band americana è stata il primo
gruppo metal a proporre musica decisamente heavy con testi a sfondo
biblico e positivo, non hanno mai fatto parte del movimento CCM (Contemporary
Christian Music) e non hanno mai aderito a correnti religiose, ma
hanno solo sentito, in particolare il cantante, l’esigenza di
esprimersi testi in cui credevano, senza doversi assoggettare a mode
o cliché, al binomio metal e male. Per me, che ero piuttosto
giovane all’epoca e avevo tutti i dubbi tipici di quel particolare
periodo, fu di grande ispirazione sapere di poter essere un metallaro
e un cristiano credente al tempo stesso e che le due cose non erano
in contrasto fra loro.
Ieri sera a Bologna i Trouble hanno inaugurato il loro nuovo tour
europeo con la prima data in terra italiana in circa trent’anni
di carriera. Un evento che aspettavo fin dai tempi dell’uscita
del loro debutto e per me è stato il coronamento di un sogno.
Un evento, dicevo, ma non solo per me, ma per tutto il popolo metal
del nostro paese, perché i Trouble sono stati, non solo il
gruppo più importante del movimento doom, ma sono stati anche
molto influenti su tutti i gruppi che sono seguiti, basta pensare
che il batterista dei Metallica ad inizio carriera era andato da Jeff
Oly (il batterista dei Troble) per imparare gli stessi suoni di batteria.
Purtroppo il popolo metal tricolore ha dato una delle peggiori dimostrazioni
di mancanza di cultura musicale, snobbando il concerto a cui erano
presenti davvero pochi appassionati, una vera vergogna.
Ad aprire la serata c’erano due band, Gorilla Moonsoon e Sahg,
i primi hanno proposto un metal estremo dalle tinte molto oscure,
per nulla originale e che ha suscitato pochissimo interesse fra i
presenti (che ad inizio concerto erano ancora meno), i Sahg hanno
dimostrato di avere una maggior esperienza alle spalle ed hanno offerto
un show più tecnico, ma il loro doom metal era, se possibile,
ancor meno originale e coinvolgente della band precedente. Sicuramente
queste due formazioni non hanno aiutato la band americana ad attirare
audience, tra l’altro i supporter annunciati erano altri. Quindi
tutti i presenti hanno pazientemente atteso l’arrivo sul palco
della band americana. Tra l’altro il cantante Eric Wagner e
il batterista Jeff Oly Olson sono stati a contatto col pubblico prima
della loro esibizione, disponibilissimi parlare con tutti. La scarsità
di pubblico non ha comunque scoraggiato i nostri, che sul palco hanno
dato il meglio di se, dando vita ad un’esibizione di un paio
d’ore fitte di musica, con pause brevissime, quasi nulle e una
carrellata di brani tratti da tutta la loro discografia. Un concerto
massiccio, dal grande impatto sonoro, puro heavy metal della miglior
specie, anche perché negli anni i Trouble hanno evoluto le
loro sonorità abbracciando il metal psichedelico a tinte progressive.
Nonostante l’ultima produzione discografica sia stata un mini
cd acustico, la band ha approntato una set list tutta all’insegna
dell’energia pura ed è stato un concerto coi fiocchi.
Recensioni: Live in Stockholm
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