Rock Impressions

Underdogs - Ready to Burn UNDERDOGS - Ready to Burn
Go Down Records
Distribuzione italiana: Audioglobe
Genere: Stoner
Support: CD - 2007


Musica d'impatto propongono gli Underdogs, che nella classicissima formula del power-trio sublimano un'attitudine sporca e cattiva, ove la furia heavy viene sapientemente diluita da abbondanti dosi di psichedelia deviata e deviante. Quanto di meglio prodotto dalla scena stoner in questi ultimi anni è stato diligentemente sezionato da Simone Vian (voce e basso) Michele Fontanarosa (chitarra) e Marco Brunello (batteria, recentemente sostituito da Sandro), solo il meglio è stato conservato, e la urticante poltiglia sonika che ne è derivata vi farà cozzare contro un wall-of-sound possente e compatto.

Le nove tracce più intro di "Ready to burn" v'immergeranno in un calderone sonoro vischioso che trova i suoi riferimenti in Kyuss, Nebula e progenie, risalendo poi alle origini della psichedelia più acida ed hard dei Blue Cheer e, perchè no, di certi Black Sabbath più fumati. Non sarà facile districarsi dalle spire melliflue (e mortali...) di "You don't", quasi un manifesto delle intenzioni del poco raccomandabile terzetto, che in "Larva star" cita pure i più svangati QotSA, uscendo nettamente vincitore dal probante esame. Pochi possono affrontare la prova del confronto diretto con tanta spavalderia, solo se si è - perfettamente - coscienti dei propri mezzi ha senso tale sfida. E che dire di un (grande) titolo come "Fuckcoverband"? Chi sta uccidendo la scena live italiana? E' il caso di approfondire? Noooo! Allora ascoltate la belluina furia garage di questo pezzo, dedicato con amore a tutti gli scimmiottatori del palco! I ritmi spezzacollo di "Forbidden sand" mettono a dura prova le coronarie dell'ascoltatore, "Cowboy style" esplode letteralmente fra rallentamenti ed improvvise accelerazioni, l'impasto è di quelli pesanti, da maneggiare con cura, la terremotante "She spills blood" e la fumigante "Got evil" vi faranno soffrire come l'arsura delle desolate lande desertiche ove sono state idealmente concepite, "Lala ballad" è da ascoltare osservando le stelle, nel silenzio d'una notte estiva appena increspato dal canto sommesso del vento che scivola sulla distesa d'erba...

Certo è che la piccola ma attivissima Go Down Records sa scegliere con attenzione i cavalli di razza da inserire nella sua scuderia, segno che la scena underground può davvero contare su label dirette con passione e competenza, in grado di produrre lavori che le distratte (dai bilanci) major nemeno immaginano ch'esistano (per nostra fortuna, altrimenti chissà cosa potrebbero combinare...). Artwork assolutamente consono al tema proposto dal gruppo. Allora, are you ready to burn? AM


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