Non
si può negare a questo nuovo chitarrista spagnolo di avere
un talento innato per la chitarra, il suo stile è molto vicino
a quello di Becker, Friedman e Malmsteen, ma è proprio questo
il grande limite del suo disco. Il chitarrismo heavy di stampo neoclassico
non è certo una novità e dubito che questo nuovo album
possa atrarre molti ascoltatori.
Inoltre, trovo un tantino ripetitivi gli undici brani strumentali
proposti, non tanto perché si assomiglino o perché i
solos si ripetano, ma perché sono suonati tutti con la stessa
enfasi, con la stessa atmosfera, hanno tutti lo stesso sound: un heavy
pomposo e ridondante di note sciorinate con grande naturalezza, ma
terribilmente simili.
I titoli dei brani si ispirano al mondo fantasy, a parte un brano
di Bach e un paio di brani dedicati a Becker, dei quali il secondo
dal titolo "Cacophony" è una delle composizioni migliori
del CD.
Forse si sente che manca un vero gruppo alle spalle di David, che
suona, registra, mixa e produce tutti gli strumenti (beato lui!),
ma proprio questo potrebbe essere l'origine dei difetti del disco.
L'unico aspetto che lo spagnolo ha affidato ad un altro è stato
la masterizzazione, che ha beneficiato del contributo di Chastain,
per il resto è tutta farina del suo sacco e per quanto mi riguarda
gli auguro che non si tramuti in crusca. GB
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