La storica cantante dei Gathering prosegue la carriera solista senza,
credo, nessuna tentazione di ritornare alla guida della formazione
goth metal che ha guidato per ben tredici anni, e ci consegna il quinto
album in studio del suo nuovo progetto, che ha perso il nomignolo
Agua De Annique. Circa un anno fa abbiamo visto la nostra eroina dal
vivo in veste acustica al seguito dei Pain Of Salvation, ne abbiamo
apprezzato il suo lato più cantautorale, anche se devo dire
che le sue canzoni non mi avevano fatto un’impressione forte,
le avevo trovate solo carine. Da segnalare che Anneke in questi anni
ha partecipato anche a tante collaborazioni, ultima quella col genialoide
Devin Townsend, testimoniata anche nell’ultimo di lui live maratona
The Retinal Circus. Con questo nuovo disco Anneke ha dato seguito
alla collaborazione col produttore Arno Krabman e ha voluto fare un
disco alla “vecchia maniera” con tutta la band riunita
in studio, a suonare insieme.
“We Live On” è la prima traccia ed è subito
energia pura, che si esalta nella voce calda di Anneke, suona un po’
alla Cranberries se volete, ma è un gran bel pezzo, la nostra
ci mette una grinta insospettata e porta in alto il pezzo. “Treat
Me Like a Lady” è più cadenzata, ma sempre energica,
Anneke splende ancora e ci regala belle emozioni. “She”
parte abbastanza tranquilla per poi crescere ed esplodere nella seconda
metà. “Drive” è molto accattivante, con
un giro ruffiano quanto basta, meno grintosa, ma trascina e Anneke
ci guida con consumata abilità. “My Mother Said”
è una bella ballata romantica, che stempera un po’ la
forza iniziale a favore di un romanticismo tutt’altro che sdolcinato.
Con “Forgive Me” si torna all’energia pura, meno
incisiva dei brani precedenti, ha una bella linea melodica ed è
costruita su un tempo non convenzionale. Bella “You Will Never
Change”, non aggiunge niente a quanto detto prima, ma mantiene
il buon livello complessivo del disco. In “Mental Jungle”
la nostra, con l’aiuto di una voce maschile, sperimenta nuove
soluzioni, in particolare l’altro singer propone un cantato
tra il flamenco e le modulazioni arabe, mentre la base musicale è
un rock sempre molto viscerale, brano molto interessante. “Shooting
For the Stars” è una power ballad sempre convincente.
Si chiude con la speranzosa “The Best Is Yet To Come”
che pulsa un ritmo ondeggiante di sicura presa ed è spinta
da un ritornello facile.
Brava Anneke che ci consegna un bel disco di rock sanguigno, certo
non c’è niente di nuovo sotto il sole, però c’è
la capacità di confezionare un pugno di belle canzoni che mettono
buon umore. Onestamente mi è sembrato un disco fin troppo facile,
fatto per piacere agli altri prima che a sé stessa, insomma
una volta si sarebbe detto che è un disco commerciale, in effetti
non lo è se fare rock non è (e forse non lo è
mai stato) commerciale, ma questo disco vuole piacere e ci riesce.
GB
Live Report: 2012
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