Rock Impressions

Vanilla Fudge VANILLA FUDGE - The Return
Music Avenue


Era nell'aria, prima o poi doveva succedere, dopo un'intensa attività live durata oltre quattro anni, che purtroppo non è approdata nel nostro paese, i riformati Vanilla Fudge hanno pubblicato un nuovo album in studio a ben 20 anni di distanza dal precedente tentativo di reunion dell'84 (con la pubblicazione del dignitoso Mistery) e a bel 34 anni dall'ultimo album, il celebre Rock and Roll, prima dello scioglimento ufficiale.

Ai più giovani, come è ovvio, il loro nome non dirà quasi nulla, ma la band di Carmine Appice (batteria), Tim Bogert (basso) e dei "nuovi" Bill Pascali (tastiere) e Teddy Rondinelli (chitarra, è il fratello di Bob attuale batterista dei BOC) era molto popolare alla fine degli anni sessanta e venivano citati fra i gruppi che avevano dato vita all'Hard Rock.

Appice e Bogert sono col tempo diventati due nomi da culto dell'hard anni settanta e poi si sono dedicati alla carriera di prestigiosi session men. Ma accantoniamo la "storia", che sarebbe troppo lunga, per guardare al presente. Dei vecchi "dinosauri" come questi possono suscitare il sorriso, dei sessantenni che continuano a fare il Rock, gente fuori tempo massimo, ma sarà proprio così? Sarà l'ennesimo album di rock blues moscio e spompato buono solo per dei vecchietti nostalgici che vorrebbero aver fermato l'orologio del tempo verso la prima metà dei seventies?

L'intro di hammond di Pascali dell'opener "Ain't That Peculiar" è strepitoso, poi il pezzo si snoda su un mid tempo molto piacevole, ma non memorabile. Il gruppo però suona con un feeling e una classe che non ho ancora sentito in tanti giovani ipervitaminici di oggi. "You Keep Me Hangin' On" parte in modo ultraclassico, come il finale di un brano, poi entra una sezione ritmica indiavolata che lascia il posto ad un break di organo, per tornare a rockare subito dopo e sono scintille, un brano pieno di energia, il finale poi è un crescendo continuo, grande Rock che non vuole morire! Appice si diverte nell'apertura di "Tearin' Up My Heart", l'hammond di Pascali è sempre da brividi e si alterna ad un hard diretto spettacolare, belle anche le linee melodiche vocali che ne fanno un potenziale hit, questa traccia è riproposta anche come bonus con una versione più psichedelica. "Shotgun" è uno brillante hard blues, che non poteva mancare, i soli dei vari musicisti sono sopra le righe con Appice e il "solito" Pascali in grande spolvero, che musica. "People Get Ready" è un lento, ma che bello, con una parte che sfiora lo spiritual, eh si, la classe non è acqua! I solchi del cd continuano a mandare valanghe di emozioni anche in "Take For a Little While".

Ma non posso fare un track by track, questo album è ad alto tasso di godibilità, una zampata d'orgoglio che riempirà di emozioni i cuori di tutti quelli che amano il Rock suonato come si deve! GB

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