Tutti
conosciamo a perfezione le leggende di Re Artu e dei Cavalieri della
Tavola Rotonda, mago Merlino, conosciamo elfi, folletti e banshees,
sappiamo molte cose della cultura celtica e delle saghe nordiche di
eroi mitologici e immaginari e pensare che la nostra storia italiana
può offrire così tanti spunti per fare delle grandiose
opere musicali, ci sono centinaia di racconti che aspettano di essere
riscoperti e di ispirare schiere di artisti, ma noi continuiamo a
rivolgere la nostra fantasia a storie importate e trascuriamo la nostra
identità. Questo disco controcorrente cerca di offrire un prezioso
contributo in questo senso.
La Contessa Matilde di Canossa di origini longobarde, che ha lasciato
un profondo segno nella storia della provincia di Reggio Emilia, visibile
in numerosi castelli, è stata presa come musa ispiratrice per
la realizzazione di questa ambiziosa opera rock curata da Gigi Cavalli
Cocchi, batterista dei Mangala Vallis, di Ligabue e dei CSI. Un disco
molto curato sia nei dettagli grafici, che bibliografici, per la copertina
è stato usato un quadro di Augusto Daolio dei Nomadi, mentre
all’interno del cd è possibile trovare una ricca traccia
interattiva in tre lingue molto curata, che ci permette di addentrarci
ancora più profondamente nel concept.
Le band coinvolte sono: Mangala Vallis che aprono il cd, Trama Sonora,
Sequencer, Arcanoise, Type, Oltremare e Master Experience che chiudono
il disco. I brani sono quasi tutti delle piccole suites intervallate
dalla voce narrante che racconta alcuni episodi che vengono poi musicati.
Un lavoro artistico complesso e di grande spessore culturale che troverà
consensi in tutti gli appassionati di rock progressivo. I nomi di
molti gruppi non sono particolarmente conosciuti, ma i brani proposti
non sono affatto male e mostrano quanto sia ancora valido il prog
italiano. Non voglio perdermi in descrizioni leziose dei brani, mi
piace pensare a questo lavoro come a un tutt’uno e perdermi
nella storia appassionante raccontata.
Come lato negativo non mi sarebbe affatto dispiaciuto se i gruppi
avessero cercato di prendere spunto da musiche medievali per sviluppare
comunque un prog rock contemporaneo e moderno, ma ci sono delle composizioni
comunque belle, qualche gruppo brilla di più, ma nel complesso
trovo che questo sia un lavoro molto valido.
Adesso mi auguro che questo disco sia solo l’inizio di una nuova
corrente musicale che, a partire dalla nostra ricca tradizione culturale,
produca altri entusiasmanti lavori. GB |