Rock Impressions

Django 100 Italia - 1910-2010 Django 100 Italia - 1910-2010
Simpaty Records
Distribuzione italiana: si
Genere: Jazz Manouche / Gypsy Jazz
Support: 2CD - 2010

C’è una storia che tutti dovrebbero conoscere, perché ha dei messaggi davvero importanti da diffondere, è la storia di un ragazzo zingaro che ha perso parte di una mano ed è diventato uno dei più importanti chitarristi jazz di tutti i tempi, Django Reinhardt, di cui quest’anno ricorre il centenario della nascita. Un ragazzo europeo che si è innamorato della musica americana e l’ha adattata a quella della sua gente, creando uno stile nuovo, il Jazz Manouche o Gypsy Jazz, che è diventato una delle branche più importanti di tutto il movimento Jazz, questo ci insegna che le contaminazioni sono sempre molto positive. Poi si potrebbe parlare della forza di volontà di un ragazzo che ha fatto tesoro della sua menomazione alla mano, fino a diventare uno dei chitarristi più ammirati, ma anche riflettere suelle sue origini è importante, in particolare in tempi in cui gli zingari vengono guardati con sempre maggior sospetto, ma anche loro sono parte integrante della cultura europea, forse una parte con cui molti non riescono a convivere, più per mancanza di conoscenza reciproca, che non per reali problemi di ordine pubblico, senza voler nascondere che la convivenza non è mai facile, in particolare quando si hanno stili di vita molto diversi.

Ma torniamo alla musica, è davvero stupefacente, per chi si avvicina a questo artista per la prima volta, vedere quanti musicisti si sono lasciati incantare dalle sonorità create da Django, la lista è davvero lunga e questa raccolta ci propone su due dischetti una ventina di nomi tutti italiani, con una selezione di trenta brani di cui solo dieci sono stati composti dal “maestro”, gli altri sono stati composti su sua ispirazione. Fare una carellata su tutti i brani è davvero un compito arduo per l’abbondanza di materiale, ma posso dire che ci troviamo di fronte ai maggiori interpreti italiani della musica Gypsy, spiccano alcune registrazioni di repertorio di fine anni ’40 come quelle di Luciano Zuccheri e Franco Cerri, di quest’ultimo nel booklet c’è una foto mentre Cerri suona insieme al grande Django. Ma per lo più le registrazioni sono tutte piuttosto recenti. Un artista che voglio ricordare perché l’ho conosciuto personalmente e che mi ha impressionato per tecnica e simpatia è Dario Pinelli, presente con due brani, un astro nascente del Gypsy, che ha suonato all’estero e in festival molto importanti. Ma ci troviamo di fronte ad una rassegna di artisti tutti di primordine e non c’è un solo brano per il quale non vorrei spendere parole di elogio. Il Gypsy è uno stile che unisce grandi abilità esecutive alla piacevolezza e facilità di ascolto, è una musica per cultori, ma che piace anche a chi non ha voglia di impegnarsi, perché le tinteggiature, i fraseggi, le scale armoniche, le ritmiche ardite, la perizia esecutiva sono sempre assolutamente godibili, forse questo è il genere dove abilità tecnica e gusto per la melodia sono più integrati e uno è sempre funzionale all’altro, quindi questo titolo è assolutamente godibile per chi ama i virtuosismi e al tempo stesso per chi vuole ascoltare della musica che porti una cascata di colore nel grigiore della vita di tutti i giorni.

Quasi due ore di grande intrattenimento che scivolano via tutte d’un fiato, musica solare, coinvolgente, contagiosa, allegra, e anche quando si tinge di velature malinconiche, non sono mai troppo tristi e si sa che il sole è proprio dietro l’angolo del cielo e farà presto ritorno. So che ci sarebbe stato materiale per ben quattro cd, chissà che un domani non ci sia una Django 100 Italia Number Two, perché di musica come questa c’è davvero bisogno, la musica di uno zingaro che è diventata patrimonio di tutti. GB


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