Questa
raccolta ha lo scopo di presentare un discreto ventaglio di gruppi,
ottimo punto di partenza per approfondire un viaggio all'interno della
variegata scena giapponese.
Si parte con i Pochakaite Malko con il brano "G-13", il
gruppo presenta due tastiere, basso e batteria, la musica è
molto dura e aggressiva, ricorda per certi versi il lirismo dei King
Crimson e dei Van Der Graaf Generator, il basso è in grande
evidenza, mentre tempi e controtempi sorreggono dei crescendo vorticosi
di tastiere, un brano eccezionale. Come secondo brano ritroviamo i
Quikion con la delicata e coinvolgente "Train Song", seguiti
dai Round House che qui presentano l'inquietante Jin.Zo-Ni.N.Gen.
I Theta propongono la jazzata e lirica "Footprints", tratta
da Seeds Of The Dream, un brano molto denso con uno stupendo assolo
di violino e una grande sezione ritmica. Il quinto gruppo ha il nome
espresso in ideogrammi, comunque sono un trio con sax o chitarra,
basso e batteria, ricordano i Black Widow e i Magma, un sound ai limiti
del free jazz. I sontuosi KBB sono presenti con il brano "Hatenaki
Shoudou" all'insegna del prog più classico, con delle
tastiere irresistibili. Il settimo brano è "Silence, Darkness"
dei Sixnorth, prog di grande atmosfera costruito su un tessuto jazzato.
I Quaser presentano il brano "Roger", all'insegna di un
prog sperimentale, sospeso fra il jazz e lo space rock. Gli Head Pop-Up
sono una delle formazioni più complesse della raccolta e richiamano
le follie di gruppi come i Magma con un gran crescendo, lasciano la
sensazione che sia difficile giudicarli da un brano solo. In chiusura
troviamo un duo, i nomi sono in ideogramnmi, composto da chitarra
e violino, la suggestione che evocano è profonda e difficile
da rendere in parole e che si rifà a quanto sta facendo di
recente Peter Hammill, oltre undici minuti di vera magia, un brano
di grande levatura che chiude in bellezza una raccolta tutta da gustare.
GB
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