Negli
anni ottanta Mike Varney ha contribuito a ridefinire la figura dell'axe
hero e dato un futuro ad una lunga scia di supervirtuosi della sei
corde. Da allora ci ha sommerso di dischi ed è diventato il
punto di riferimento più autorevole per ogni aspirante chitarrista.
Sono passati oltre vent'anni e lo troviamo ancora completamente immerso
nel suo mondo fatto di scale sperticate e di fraseggi impossibili.
Con il suo patrocinio ha preso vita il presente progetto che è
stato diretto, prodotto e arrangiato da Jeff Richman con l'aiuto tecnico
di Paul Tavenner.
I chitarristi coinvolti sono nell'ordine: Eric Johnson, lo stesso
Richman (come solista in due brani e chitarra ritmica in tutti gli
altri), Steve Lukather, Greg Howe (in due brani), Mike Stern (in due
brani), Frank Gambale (in due brani), Robben Ford e Larry Coryell.
Completano la parata di artisti Larry Goldings alle tastiere, Alphonso
Johnson al basso e Tom Brechtlein alla batteria. Tutti chitarristi
di grande prestigio, non c'è che dire, c'è più
di un nome che rende appetibile questo dischetto, inoltre si può
godere di una discreta varietà di stili chitarristici. Nonostante
questi aspetti positivi, non ho apprezzato molto questo album, si
tratta di una raccolta di dodici brani strumentali in pieno stile
Fusion, ma ho trovato l'insieme slegato e poco coinvolgente, in particolare
se paragonato ad altri lavori simili.
Non ci sono difetti vistosi, ma mi sono divertito molto di più
ascoltando l'ultimo Jing Chi o il nuovo Vital Information (prodotti
dalla stessa etichetta), due dischi molto più omogenei e interessanti.
Se vi piace questo genere A Guitar Supreme è un ottimo lavoro,
ma non lo consiglierei a chi volesse iniziare ad ascoltare la fusion.
GB
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