Rock Impressions

AAVV - Psychedelic World Music - Discovery VARI - Psychedelic World Music - Discovery
Trail Records
Distribuzione italiana: -
Genere: Psychedelic / Prog
Support: CD - 2012


La Psichedelia è nata verso la fine degli anni ’70, da allora ha subito molti mutamenti, con un certo calo di consensi nel tempo, ma senza mai sparire del tutto, una sorte che ha condiviso con molti altri generi musicali, che hanno sempre trovato il modo di sopravvivere, così non sorprende che oggi un’etichetta molto ricercata come la Trail Records abbia voluto dedicare una compilation a questo genere musicale, che ha ancora un certo seguito anche fra i musicisti, in fondo vi è l’idea di fare musica in grande libertà espressiva.
La raccolta presente è una collezione di band praticamente sconosciute, provenienti da un po’ tutto il pianeta, è interessante vedere come questa etichetta si sia preoccupata di dare spazio ad artisti che difficilmente avrebbero la possibilità di far conoscere su larga scala il proprio operato, ma la cosa più interessante, come vedremo, è che non si tratta di psichedelia scontata, per intenderci non sono i soliti cloni dei Pink Floyd.

La prima band viene dalla Germania e sono i Cosmic Vibrations con il brano inedito “Aurora”, che spazia tra mantra rock e kosmiske musik, c’è molto kraut e molta voglia di jammare, una buona partenza. Dall’Inghilterra vengono i Tryptych con l’inedita “Origins of Life”, che prende vita da un giro di tablas, per poi sfiorare un trip hop ipnotico e onirico, suoni di acqua, spoken words e tanto oriente in un mix esotico che ha un suo fascino. I The Misteriosos vengono dagli USA e propongono “The Sun” dall’album eponimo, un tappeto ritmico ipnotico prepara la strada ad un cantato femminile spirituale, poi un crescendo fa aumentare sempre più di livello il pezzo, tanta psichedelia. I Mouches A L’Orange vengono dalla Bielorussia, terra musicalmente poco esplorata, sono un po’ più convenzionali dei predecessori, ma il loro brano “Sixty Nine” è proprio fascinoso, suoni liquidi tutti da godere. Altro paese suggestivo è l’Armenia, da qui provengono i Deti Picasso, che ci offrono l’edita “Kele Lao”, uno dei brani più prog della raccolta, che scomoda paragoni con la scena svedese, fra Anglagard e Anekdoten a cui sovrappongono un cantato tipico che aumenta la suggestione del pezzo, assolutamente da sentire e finale a sorpresa. I Grey Mouse sono russi e l’inedita “Snow” ci regala un momento di pura estasi onirica, fra rock deciso e quasi muscoloso e suoni orientali in un crescendo decisamente settantiano. Anche il nostro paese dà il suo contributo con i Plootoh, che propongono l’edita “Caronte”, un brano sicuramente floydiano, soprattutto nella chitarra, ma vi sono anche reminiscenze neoclassiche, c’è anche il nostro prog che affiora, nel suo insieme è un brano piacevole, ma poteva essere un po’ più coraggioso. I The Narcotic Daffodils vengono dal Belgio e l’inedita “The Crazy Dwarf” ci rimanda a Ozric e Gong, con ancora suoni dal sapore orientale, dati dal sitar, che si innestano su un contesto rock più tradizionale. L’ultima sorpresa arriva dalla Cina e sono i Zhaose con l’inedita “Fishing For the Stars”, che è forse il brano più originale dell’intera raccolta, quello che riserva le emozioni più inedite, bello che sia stato messo a conclusione di questa pregiata raccolta.

La musica psichedelica in fondo altro non è che la fantasia messa al primo posto, in questa raccolta abbiamo un ampio spettro di come possa essere interpretata, anche se i brani sembrano rispondere tutti ad un gusto abbastanza somigliante, ma ogni band presente ha reso questa raccolta una piccola gemma. GB


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