Questa band viene dalla Serbia e si è formata nel 1995, all’attivo
ha cinque album in studio. Il progetto di Vasil è quello di
unire il folklore musicale balcanico al jazz rock occidentale, un
mix che include anche elementi di fusion e di world music. Negli anni
hanno ricevuto diversi premi e riconoscimenti e questo è il
loro primo album dal vivo, registrato in cinque diversi concerti tenuti
nel 2014. Questo è il primo disco che stampano con l’americana
Moonjune.
Il primo titolo che incontriamo sembra programmatico, “Nocturnal
Joy”, si tratta di una fusion scoppiettante, con grandi passaggi
tecnici e con melodie ariose, che includono passaggi vicini ai Weather
Report, ma con qualcosa di personale, poi grande è il gusto.
“Zulu” è molto più incalzante, con la batteria
che fraseggia indiavolata e gli altri a seguire questo ritmo mozzafiato.
“Dolazim” è più umorale, quasi rumorista,
con accenni free, molto diversa dalle precedenti, ma tutto il disco
si dimostra molto vario e per questo altamente godibile. Il tasso
tecnico è davvero alto, ma l’intesa tra i diversi musicisti
rende appagante il tutto. Forse il songwriting non appare così
tanto originale e si sente l’influenza di tanti classici, però
questo tocco world offre quel qualcosa che lo rende comunque interessante.
In ogni modo la band di tanto in tanto scodella delle trovate ricche
di gusto come in “Oladzim”. Più si prosegue con
l’ascolto e più appare evidente la bravura di questi
musicisti nel trovare sempre soluzioni diverse e si capisce perché
hanno ricevuto diversi premi.
Ancora una volta la Moonjune ci permette di incontrare artisti di
grande spessore, che però vivono in contesti da cui è
fortemente difficile emergere e non è un merito da poco. GB
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