A causa di disguidi postali mi ero perso questo disco, ma ho voluto
recuperarlo, perché credo molto in questa artista. Velka è
Eleonora Giudizi, che alcuni anni fa era uscita con un album davvero
bello: Il Giudizio di Eleonora, un nome troppo lungo e troppo italiano,
così la nostra ha pensato di assumere il nome Velka, breve,
facile da ricordare e anche esportabile all’estero. Velka è
una parola etrusca, un omaggio che la nostra ha voluto dare ad una
civiltà molto importante per il nostro paese e che valorizzava
molto le donne. In questo nuovo disco la Giudizi ha proposto cinque
brani riarrangiati, che costituivano l’ossatura del precedente
lavoro, e sei nuovi, per segnare da un lato la volontà di non
perdere quanto di buono aveva fatto e anche la voglia di guardare
avanti.
Il disco parte con “Femmina”, che a distanza di tempo
non perde il suo fascino e mi piace ancora come al primo ascolto,
una canzone che graffia e mostra una Eleonora veramente grintosa,
poi che vocalizzi. Il ritmo è pieno di tensione, il brano è
diviso in due parti, una pop post moderno e poi una rock con grandi
aperture di chitarra elettrica, con una linea melodica vocale che
inchioda, un brano che se fosse adeguatamente sostenuto dai media
sono convinto che farebbe incetta di ascolti. “Non Mi Baci Mai”
parla delle difficoltà di relazione, con un po’ di sarcasmo
e qualche critica sociale velata di ironia, il ritmo è sempre
incalzante, con un ottimo uso dell’italiano in un contesto decisamente
rock, il ritornello è davvero contagioso. “Ci Manca il
Pane” è una ballata elettrica, il sound è epico
e grandioso, il testo parla sempre di amore malato e ancora una volta
mi piace il testo, che trovo molto efficace. “Drastica”
è il primo brano nuovo, il contesto è sempre molto rock,
ma il sound è un po’ più pop elettronico con un
ritmo quasi ballabile, però il ponte sembra quasi un omaggio
ai Nirvana. Velka continua a graffiare con un orgoglio femminile mostrato
con giusto orgoglio. “Serena in Gabbia” apre con suoni
di chitarra acustica, il sound è buono, poi parte il ritornello
che è puro rock, non c’è niente da fare anche
i brani nuovi mi conquistano ascolto dopo ascolto. “Ali”
è una ballata dominata dal pianoforte, il brano più
cantautorale del disco, Eleonora sfodera tutta la sua bravura come
cantante e i brividi scorrono. Con “Borderlilne” si torna
al passato, ma questo brano è un vero cataclisma, profondamente
erotico e fortemente rock, è il brano più potente del
disco, una valanga emozionale che non è possibile arginare
(ma dove sono i discografici italiani?). “Gitana” è
un’altra ballata elettrica dal testo molto bello, fra giri di
flamenco e impennate di rock elettrico si eleva la voce potente della
Giudizi. “Un’Altra Favola” il tema è sempre
l’amore, il tessuto è sempre fortemente rock, l’inizio
è lento, sofferto, poi entra un giro intrigante di chitarra
elettrica, poi basso e batteria e tutto prende il volo. “In
Tempo” ha la stessa struttura di altre canzoni già ascoltate,
sempre bella e in linea col resto del disco. La finale “Running”
è l’unica canzone in inglese, credo sia giusto che Eleonora
tenti anche questa carta, il brano è caldo e vellutato e prende
via, via intensità.
Eleonora con questo suo secondo album conferma tutte le buone impressioni,
anzi direi che è sempre più matura e pronta per nuove
imprese, lasciatevi emozionare dalle sue canzoni. GB
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