Rock Impressions

Verdiana Raw - Metaxy VERDIANA RAW - Metaxy
ARK Records
Distribuzione italiana: Masterpiece
Genere: Gothic / Avantgarde
Support: CD - 2012


L’attenta Ark Records ci propone il debutto dei Verdiana Raw una band italiana, che porta lo stesso nome della cantante e musicista Verdiana, che è coadiuvata dal chitarrista Antonio Bacchi e dal percussionista Fabio Chiari. Il progetto è nato nel 2010 ed è già giunto al debutto discografico anche perché gli artisti coinvolti hanno un background alle spalle che ha consentito tempi rapidi. Come fa intuire il nome del progetto, Verdiana è il fulcro artistico, la sua voce è quasi strumento e domina i brani proposti. Metaxy è un disco complesso, con velleità esoteriche e vagamente esistenzialiste, con una riflessione anche sul disagio psichico, che viene affrontato con grande delicatezza.

L’album si apre con “Intro”, appare subito la chitarra di Bacchi con dei suoni cupi e tormentati piuttosto interessanti, ma si viene colpiti quasi subito dai vocalizzi di Verdiana, quasi una Diamanda Galas, un po’ meno tormentata, c’è qualcosa anche dei Dead Can Dance e dei nostrani Ataraxia. L’atmosfera è malinconicamente gotica e felicemente sperimentale, un inizio caratterizzato da una personalità decisa e forte, che impongono grande attenzione. “Dining Alone” si apre con un pianoforte indagato da uno stile curioso, che inizialmente sembra fanciullesco, per diventare via via sempre più profondo, l’ingresso della voce mi ha ricordato ancora Francesca Nicoli (Ataraxia), anche se Verdiana propone diverse sfumature vocali e non si tratta certo di una imitazione. Il pezzo è teatrale, quasi cinematografico nella sua capacità di evocare immagini. Quasi senza soluzione di continuità si entra in “Big Eyed Dog”, il cantato assume connotazioni arabeggianti, mentre le note vengono scandite come i rintocchi del tempo. Anche “The Japanese Garden” è particolarmente evocativa, raffinata eleganza, ma uno dei momenti più impressionanti di tutto il disco è la spettrale “Escaping From the Guards, Ascending to the Moon”, che tocca momenti di lirismo impressionante. Suggestiva anche “Corvus Psyché”, coi suoi versi ora in italiano, ora in inglese, ma anche in latino e spesso ho l’impressine di non saper descrivere a parole quello che solo l’esperienza uditiva diretta può svelare. Ogni brano è una sorpresa, ma tutto è dominato da un’eleganza raffinata, che sfocia nell’arte nel senso più vero del termine.

Davvero un disco intenso, di una forza espressiva rara, fra questi musicisti è nata un’alchimia straordinaria e sorprendente. Metaxy non è un disco per tutti, perché obbliga ad un ascolto attento, appassionato, ma ricambia generosamente la dedizione con momenti di vera arte. GB

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