Sembra
proprio che il Visual Kei sia pronto ad invadere il nostro paese visto
che sempre più dischi di questo genere arrivano in redazione.
Per chi non lo sapesse, il Visual Kei non è un genere musicale
ben definito, piuttosto ad accomunare i vari artisti è una
smodata attenzione al look, basta dare un’occhiata alle foto
dei gruppi nel sito della casa discografica di questi musicisti per
rendersene conto www.cljrecords.com. I Versailles sono una band appena
formata da musicisti provenienti da varie formazioni e questo disco
ce li presenta, anche se hanno già dato alle stampe un paio
di lavori distribuiti per vie indipendenti.
Il disco in questione è un mini cd di sette brani per poco
più di trenta minuti. Per lo più la musica è
un power metal di matrice epica, con l’inserto di varie parti
neo classiche e sinfoniche, sullo stile dei vari gruppi tedeschi del
genere, anche se il cantato in giapponese e certe melodie ricordano
più che altro le sigle dei manga. Dopo un intro neo classico
un po’ stucchevole arriva “The Love From Dead Orchestra”,
nonostante il titolo in inglese il cantato è in lingua, questo
è il brano meno metal del gruppo e la musica giapponese è
molto presente, almeno quella che abbiamo conosciuto nei telefilm.
“Silent & Bites” ci investe con un assalto metallico
frontale, niente di nuovo sotto il sole, nemmeno quello “levante”,
la confezione è molto buona, ma la materia sa di già
sentito. Ancora più potente è “Beast of Desire”,
al di la del look quasi improponibile i nostri ci sanno fare e confezionano
un brano che viaggia veloce e potente. “Forbidden Gate”
riporta un po’ di pace “musicale”, all’inizio
sembra di ascoltare un pezzo new age, ma poi arriva una scarica di
metallo ad aggiustare il tiro, pur restando in un ambito meno duro
che in precedenza. Ma ecco che un forsennato duello tra tastiere e
chitarre è in agguato e le nostre orecchie sono destinate a
sorbirsi una nuova incursione sonora. Chiude la delicata “Sympathia”,
una ballad elettrica che mostra il lato più umano di questi
istrionici guerrieri.
I Versailles non fanno certo gridare al miracolo, ma per gli appassionati
del genere possono rappresentare una valida novità rispetto
a tante uscite nel settore power metal, che si stanno un po’
troppo standardizzando. Questo metal orientale in fondo non è
poi così male, basta farsi un po’ l’orecchio sul
cantato e poi tutto fila via abbastanza liscio. GB
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