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DAYS PROG + 1 - Veruno (NO) 2014 – Anglagard, Spock's Beard,
Overhead, Kingcrow |
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Veruno è un piccolo paese piemontese, con pochi abitanti, di quelli che si fatica a trovare sulla cartina stradale, collocato in una zona pedemontana, immerso nel verde, eppure questo piccolo paese ospita diversi festival musicali, con musicisti importanti e quindi a pieno diritto può essere considerato come una capitale europea della musica. Non conosco molto la storia di questo paese e non so come e perché sia diventato musicalmente così importante, sarebbe bello saperne di più, comunque sono stato attirato da questo posto perché hanno ospitato la prima calata italica dei fantasmagorici Anglagard, una band che tutti gli appassionati di prog non possono non amare. Il festival prevedeva tre serate, ma per me non è stato possibile essere presente a tutte, nonostante la caratura degli ospiti quali gli storici Focus, la PFM, Martin Turner dei Wishbone Ash e molti altri, così mi sono (si fa per dire) accontentato di esserci per la seconda serata, che oltre ai già citati Anglagard prevedeva gli Spock’s Beard, gli Overhead e i nostrani Kingcrow, l’unica band che non conoscevo. |
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. KINGCROW . |
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L’apertura è toccata ai laziali Kingcrow, una band con quasi vent’anni di vita alle spalle e cinque album pubblicati. Il gruppo ha dimostrato una buona preparazione tecnica e ha presentato brani molto belli da un punto di vista compositivo, tra l’epico e il drammatico, con aperture prog di tutto rispetto. Il loro stile era un mix di classico e moderno, con un sound abbastanza metallico. Mi sono piaciuti soprattutto per la freschezza delle composizioni, che mi hanno catturato. Il sound sul palco non era eccellente, mancava qualcosa, credo esperienza, del resto per i gruppi nostrani che fanno prog è molto difficile trovare posti dove esibirsi e questo poi si riflette negativamente sul sound dal vivo, però nonostante questo li ho apprezzati parecchio. |
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. OVERHEAD . |
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I finlandesi Overhead sono una band che amo dal primo album, mi sono sempre piaciuti parecchio ed ero molto curioso di vederli sul palco. Il loro show è stato piuttosto tecnologico e moderno, nel loro sound hanno inserito varie sonorità elettroniche e hanno giocato con ritmiche ai limiti di certa dance, senza perdere il gusto per il prog e per la sperimentazione, li ho trovati geniali, fra il pubblico ho visto gente muoversi al tempo dei loro pezzi sincopati, gente che ballava, spesso ai concerti prog il pubblico sembra un insieme di mummie, tutti intenti ad un ascolto rapito, non con gli Overhead, che hanno fatto muovere i presenti. Ma non tutti hanno gradito, per qualcuno la band nordica si è spinta troppo oltre e certe ritmiche martellanti non sono state apprezzate, anzi ho sentito commenti molto duri. Bisognerebbe qui interrogarsi sul significato del prog, ma non è questo lo spazio. Personalmente ho apprezzato tantissimo l’esibizione di questa band che oggi amo più di ieri. Unica nota sopra le righe il chitarrista che sembrava uscire dritto da una band hair metal anni ottanta, bravo, ma con un look un po’ sopra le righe. |
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. SPOCK'S BEARD . |
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Gli Spock’s Beard dovevano essere gli ultimi, ma invece hanno suonato prima degli svedesi, probabilmente perché il palco degli Anglagard richiedeva una preparazione molto più lunga, comunque sia credo che la caratura artistica degli svedesi sia tre buone spanne sopra quella degli americani e quindi ritengo sia stato giusto così. La band americana conta oggi diverse defezioni importanti, da anni se ne è andato il leader Neal Morse, poi anche il batterista e cantante Nick D’Virgilio ha lasciato, oggi sono soprattutto Alan, il fratello di Neal, e il tastierista Ryo Okumoto a portare avanti la tradizione della band, che sul palco si è dimostrata una vera macchina da guerra. Precisi, perfetti, un sound collaudato e impeccabile, ottimo il bassista Dave Meros, dei professionisti da ammirare… niente da dire, però i loro brani non mi hanno mai acchiappato, sono bravi, anzi bravissimi, hanno fatto scintille, anche Morse era un tantino sopra le righe, elargiva smorfie a fiumi e le sue pose da guitar hero cozzavano col look da americano in vacanza al mare, Okumoto sembrava un pirata, si è dimostrato molto simpatico e per certi versi mi ha ricordato il trasgressivo Gianni Leone, non tanto a livello tecnico, ma quanto a presenza scenica, comunque un’esibizione da vedere. |
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. ANGLAGARD . |
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Poi è cambiato tutto, la musica degli Anglagard è qualcosa di un altro pianeta, spirituali e intensi come pochi, hanno incantato i presenti con una set list da capogiro. In certi momenti ho avuto l’impressione che il tastierista non fosse in serata, ma può capitare, questo però non ha scalfito la magia della loro performance. Il chitarrista aveva un’aria molto rustica e un tantino burbera, ma che tocco con la sua sei corde. Anna è la più magica del gruppo, credo che senza di lei non ci sarebbe la band, vera polistrumentista ha anche sperimentato con oggetti inusuali, comunque la forza era nell’alchimia fra tutti loro. È stato molto emozionante vederli per la loro prima volta nel nostro paese, speriamo di non dover aspettare così tanto per poterli rivedere. Una volta tanto mi sono divertito a pensare alle quattro band associate ai quattro elementi e le accoppiate mi sono venute istantanee: terra-Kingcrow, per la passione, per il songwriting roccioso, per la forza espressa; acqua-Overhead, perché hanno fatto muovere il pubblico come pochi altri (nel prog), perché il loro sound è liquido e poco imbrigliabile; fuoco-Spock’s Beard, perché avevano un sound eccezionale, che bruciava, precisi e spietati; aria-Anglagard, per la poesia, la spiritualità e l’eterea bellezza dei loro brani. GB |
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