La storia che sta alle spalle di questo disco affonda le proprie radici
negli anni ’60, più precisamente fra il 1967 e il ’68,
quando sulle scene inglesi irruppe una delle figure più geniali
e controverse del nascente carrozzone psichedelic prog, tale Arthur
Brown col suo Crazy World, l’artista che più di tutti
può vantare la fama di “cult artist”. Performer
molto teatrale è stato il primo ad usare un pesante trucco
di scena, ripreso in seguito da Alice Cooper, Peter Gabriel, Kiss
e via discorrendo. Sciolto il Crazy World (in quanto Vincent Crane
e Carl Palmer fondarono gli indimenticabili Atomic Rooster), Brown,
parallelamente ad altri progetti, diede vita ai Kingdom Come, di cui
Peraino fece parte nella parte finale attorno al ’73-’74
per l’album Journey, una band geniale, molto avanti per l’epoca,
fra i primissimi ad usare sintetizzatori, il mellotron e il theremin,
ma che forse pochi ricordano. Da allora Brown lasciò a Peraino
l’onere e l’onore di portare avanti il nome della band.
Come accade sempre più spesso alcuni di questi artisti riemergono
dal passato grazie alla passione di label come la genovese Black Widow
ed ecco che possiamo ascoltare questo nuovo lavoro. Intanto è
doveroso segnalare che Victor è riuscito a coinvolgere in questo
nuovo progetto l’amico di allora, infatti troviamo Arthur che
canta in quattro brani. Il titolo richiama volutamente il disco dove
si era interrotta la collaborazione tra i due e propone un cd e un
dvd, la track list del cd presenta dieci brani, alcuni sono presi
dal repertorio classico, “I Put A Spell On You” è
del disco del ’68, “Time Captives” è di Journey
del ’73, “Demon of Love” e “Empire of Steel”
vengono invece riprese da No Man’s Land del ’75, a chiudere
c’è la cover dell’intramontabile “Don’t
Let Me Be Misunderstood”, interpretata da Nina Simone e poi
portata al successo dagli Animals di Eric Burdon.
Il disco è un potente mix di hard rock, space rock, prog e
talvolta anche qualche venatura di glam. Si inizia con la pomposa
“We Only Came to Help You”, il riff portante è
un vero killer che sembra uscito da un disco d’epoca, ripulito
e rimodernato, come atmosfera mi ricorda vagamente Return to Reality
degli Epitaph e mi mette addosso una certa nostalgia. In “Future”
ecco che ricompare quel geniaccio di Arthur, brano splendido, fra
tensioni space e hard prog deluxe, il carisma di Brown è intatto
e ne esce un brano da manuale. La title track è interamente
strumentale ed è principalmente space, con un lavoro di tastiere
fantasmagorico. Fra rimandi del passato e tensioni futuriste l’album
si snoda con grande classe e regala emozioni ad ogni solco.
Il dvd dura circa una mezz’ora e contiene cinque brani registrati
dal vivo in una recente esibizione tenuta a Detroit più un
video promozionale del 1980 di “Demon of Love” con intervista
registrato per uno show televisivo, davvero interessante. Dal vivo
la band suona in modo egregio, certo è materiale per nostalgici
se volete, ma che sicuramente farà la gioia di tutti gli amanti
dei seventies.
È vero c’è una certa nostalgia in questo lavoro,
ma anche tantissima classe e grandi doti espressive e interpretative,
sia i brani storici che quelli nuovi sono belli da ascoltare e riascoltare
e nel complesso trovo che sia un gran bel lavoro. GB
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