Rock Impressions

Victor Peraino's Kingdom Come - Journey in Time VICTOR PERAINO'S KINGDOM COME
Journey in Time
Black Widow Records
Distribuzione italiana: Masterpiece

Genere: Prog / Hard Rock / Space Rock
Support: CD + DVD - 2014


La storia che sta alle spalle di questo disco affonda le proprie radici negli anni ’60, più precisamente fra il 1967 e il ’68, quando sulle scene inglesi irruppe una delle figure più geniali e controverse del nascente carrozzone psichedelic prog, tale Arthur Brown col suo Crazy World, l’artista che più di tutti può vantare la fama di “cult artist”. Performer molto teatrale è stato il primo ad usare un pesante trucco di scena, ripreso in seguito da Alice Cooper, Peter Gabriel, Kiss e via discorrendo. Sciolto il Crazy World (in quanto Vincent Crane e Carl Palmer fondarono gli indimenticabili Atomic Rooster), Brown, parallelamente ad altri progetti, diede vita ai Kingdom Come, di cui Peraino fece parte nella parte finale attorno al ’73-’74 per l’album Journey, una band geniale, molto avanti per l’epoca, fra i primissimi ad usare sintetizzatori, il mellotron e il theremin, ma che forse pochi ricordano. Da allora Brown lasciò a Peraino l’onere e l’onore di portare avanti il nome della band.

Come accade sempre più spesso alcuni di questi artisti riemergono dal passato grazie alla passione di label come la genovese Black Widow ed ecco che possiamo ascoltare questo nuovo lavoro. Intanto è doveroso segnalare che Victor è riuscito a coinvolgere in questo nuovo progetto l’amico di allora, infatti troviamo Arthur che canta in quattro brani. Il titolo richiama volutamente il disco dove si era interrotta la collaborazione tra i due e propone un cd e un dvd, la track list del cd presenta dieci brani, alcuni sono presi dal repertorio classico, “I Put A Spell On You” è del disco del ’68, “Time Captives” è di Journey del ’73, “Demon of Love” e “Empire of Steel” vengono invece riprese da No Man’s Land del ’75, a chiudere c’è la cover dell’intramontabile “Don’t Let Me Be Misunderstood”, interpretata da Nina Simone e poi portata al successo dagli Animals di Eric Burdon.

Il disco è un potente mix di hard rock, space rock, prog e talvolta anche qualche venatura di glam. Si inizia con la pomposa “We Only Came to Help You”, il riff portante è un vero killer che sembra uscito da un disco d’epoca, ripulito e rimodernato, come atmosfera mi ricorda vagamente Return to Reality degli Epitaph e mi mette addosso una certa nostalgia. In “Future” ecco che ricompare quel geniaccio di Arthur, brano splendido, fra tensioni space e hard prog deluxe, il carisma di Brown è intatto e ne esce un brano da manuale. La title track è interamente strumentale ed è principalmente space, con un lavoro di tastiere fantasmagorico. Fra rimandi del passato e tensioni futuriste l’album si snoda con grande classe e regala emozioni ad ogni solco.

Il dvd dura circa una mezz’ora e contiene cinque brani registrati dal vivo in una recente esibizione tenuta a Detroit più un video promozionale del 1980 di “Demon of Love” con intervista registrato per uno show televisivo, davvero interessante. Dal vivo la band suona in modo egregio, certo è materiale per nostalgici se volete, ma che sicuramente farà la gioia di tutti gli amanti dei seventies.

È vero c’è una certa nostalgia in questo lavoro, ma anche tantissima classe e grandi doti espressive e interpretative, sia i brani storici che quelli nuovi sono belli da ascoltare e riascoltare e nel complesso trovo che sia un gran bel lavoro. GB




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