Il sud America ha da sempre dimostrato con giusto orgoglio come ha
assimilato il genere Progressive Rock. Ha rielaborato con la propria
cultura questo modo di comporre e di presentarsi, sia a livello musicale
che di copertine o di struttura dei brani con le immancabili suite.
La solarità della loro terra trasla nella musica, riuscendo
a far realizzare dischi di notevole fattura. Tutto ciò ovviamente
a partire dagli anni ’70 sino ad arrivare ai nostri giorni.
La staffetta ha sempre funzionato nel tempo e quindi anche oggi si
può godere di questo genere che sembra non conoscere un vero
e proprio tramonto, salvo in alcuni momenti passati. Oggi più
che mai il suono rivive e sull’onda delle nuove leve, anche
le passate ritornano con inaspettato entusiasmo.
La band Vitral è di Rio De Janeiro in Brasile ed è il
progetto di Eduardo Aguillar a tutti gli effetti può considerarsi
un super-gruppo. Infatti il quartetto è composto oltre che
da Aguillar (tastiere, basso) anche da Claudio Dantas dei Quaterna
Rèquiem (batteria, percussioni), Marcus Mora dei storici Bacamarte
(flauto) e Luiz Zamith (chitarra). L’attenta Masque Records
non poteva farsi sfuggire un bocconcino così prelibato.
Il disco si intitola “Entre As Estrelas” e prende forma
da vecchie registrazioni che vanno dal 1983 al 1985 di Eduardo ritrovate
nel tempo in un suo archivio. Quello che quindi doveva essere un lavoro
solista è diventato oggi un lavoro di gruppo.
L’edizione cartonata è godibile anche grazie all’artwork
di Claudio Dantas con la supervisione di Gustavo Sazes, e qui fuoriesce
alla visione ancora una volta potente il messaggio “Qui dentro
c’è del Progressive Rock”. Si va sul sicuro.
Il disco è suddiviso in tre canzoni, due di media durata e
una mega-suite di cinquantadue minuti, a conferma di quanto detto
nella prefazione.
La musica dei Vitral è colorata, piena, calda e molto spesso
spensierata, questo lo si evince già dall’iniziale “Pètala
De Sangue”. Ricordo che questo è un album completamente
strumentale, una scelta che non sempre appaga le vendite, in quanto
il pubblico sempre più spesso ama il brano da cantare, ma qui
signori miei stiamo parlando di Progressive Rock e che Progressive
Rock! E avanti dunque con tastiere dappertutto, un sound che avvolge
l’ascoltatore abbracciato anche dal caldo suono del flauto.
Per inquadrarvi il sound della band posso avvicinarveli alla nostrana
PFM sotto vari aspetti, ma soprattutto nella suite “Entre As
Estrelas” i Vitral dimostrano di conoscere un po’ tutta
la storia del genere, avendone da esso assorbito larga parte e in
alcuni frangenti anche arricchito con del Rock Psichedelico, proprio
come nell’inizio del brano. Ottimo anche il lavoro della chitarra
elettrica. L’irresistibile fascino del flauto traverso nel Rock
porta comunque sempre a momenti di alta emotività, specie quando
si alterna proprio con la chitarra elettrica. Vorrei anche sottolineare
la qualità sonora della registrazione, nitida, dove gli strumenti
non si confondono, bensì si distaccano l’uno dall’altro
donando all’ascolto la giusta profondità. Ma tornando
alla suite in esame, ci sono spazi per tutti i musicisti, anche per
le ritmiche, dove è evidente l’intesa fra il basso e
la batteria, questo dona sicurezza alla band che si esprime al meglio.
Compare spesso anche l’alone del New Prog e come potrebbe non
essere così visto che i brani ritrovati sono proprio dell’inizio
anni ’80. Questo è evidente soprattutto nell’uso
delle tastiere, quei giri alla Clive Nolan (Pendragon) o alla Mark
Kelly (Marillion) tanto per intenderci.
A chiudere “Vitral”, un madrigale elegante dall’incedere
regale, uno sbalzo spazio temporale.
I brasiliani Vitral ci fanno fare una scorpacciata di musica Prog,
questa farà la gioia di ogni fans del settore, un menù
ricco e variegato ed il conto se andiamo a vedere è davvero
basso. Buon rapporto qualità prezzo dunque, ed un servizio
ineccepibile. Da avere. MS
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