Sorpresa!
Ecco l’Australia che non ti aspetti. Servirebbero un mare di
parole per spiegare tutto il popò di influenze stilistiche
che riempiono questo lavoro. Proprio così, “Element V”
è un calderone di generi e forse proprio per questo motivo
che a molti potrebbe rivelarsi un disco ostico.
Le canzoni sprizzano freschezza ed il divertimento nel suonarle è
palpabile fra le note. Stupefacente la duttilità del cantante
nell’alternare parti vocali Growling ad altre pulite ed in un
caso addirittura liturgiche (“Miseria”).
Cosa potete immaginare se vi dico che in “Element V” esistono
influenze Manowar, Fates Warning, Savatage con inserimenti New Wave
anni ’80, orientali e classicismi? Tutto logicamente fa pensare
ad un papparozzo indicibile, invece i Voyager hanno la capacità
di amalgamare il tutto con grande spigliatezza.
Importante il lavoro delle tastiere in tutti i brani, ma la sezione
ritmica è veramente sopra le righe, soprattutto la batteria
che si disimpegna alla grande fra ritmi spezzati con controtempi e
cambi di tempo rilevanti. Superfluo indicare questo o quel brano,
tantomeno descriverlo, è tutto un susseguirsi di emozioni e
di suoni che come tale va assimilato.
Mai noioso, per questo motivo sono convinto che l’Heavy Metal
è uno dei pochi generi musicali vivi e veri, in cui la ricerca
e la voglia di sperimentare nuove alchimie è perennemente in
fermento.
Viva la fantasia, viva il coraggio di provare, ma soprattutto viva
l’Heavy Metal!
Ora rischiaccio Play. MS
Altre recensioni: Sober
|