Pur essendo una band, il progetto è presentato come se tutto
fosse nelle mani di Maurizio Antognoli, che negli anni ’90 aveva
militato negli Aelian. Gli altri sono tutti musicisti con un discreto
curriculum alle spalle. Questo, se non ho visto male, è il
loro terzo album, ma non ho ancora sentito i precedenti.
Il disco ruota attorno ad un concept sullo spazio, inteso in senso
astronomico, non è però all’insegna dello space
rock come la copertina potrebbe far pensare, si tratta piuttosto di
un personale prog rock a tinte sinfoniche, in ogni caso l’ho
trovato molto personale. Grande attenzione alle melodie e ad un senso
generale della composizione che può ricordare progetti come
Phenomena e Ayreon, un metal pieno di enfasi, con partiture musicali
quasi sinfoniche, un mix tra pomp e neo prog in chiave metal, il tutto
suonato da musicisti capaci, che elevano il risultato finale. Ho sentito
anche alcune sonorità ottantiane, penso in particolare ai lavori
di Gabriel di quel periodo. Un caleidoscopio di sensazioni e umori
mescolati con una personale visione che rende il tutto intrigante.
C’è un grande lavoro dietro questo disco, che esce in
modo indipendente e questo potrebbe penalizzarne la diffusione, ma
se siete dei “cercatori” date una possibilità a
questi artisti. GB
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