I Waldsonne sono un quartetto moscovita al debutto discografico, questo
disco è stato autoprodotto con l’aiuto della Raig, una
label indipendente che sta promuovendo gli artisti underground russi,
non c’è ancora molto da dire di questi musicisti che
si presentano con questo primo lavoro, un disco di musica folk intriso
di splendida malinconia. La band ha una strumentazione acustica, alla
voce troviamo Veronika Martynova che ha una timbrica calda e morbida,
Iliya Lipkin suona il mandolino e la chitarra, Peter Sviridov la chitarra
e Anna-Noel Buzuk il violino, poi come ospiti ci sono due percussionisti
in quattro brani e un flautista in altri tre.
Wanderer è composto da undici tracce tutte molto vicine a livello
compositivo e stilistico, si tratta di un folk malinconico molto vicino
a quanto prodotto in campo gothic, quindi i riferimenti sono più
o meno sempre gli stessi a partire dai capostipiti Dead Can Dance,
ma possiamo ricordare anche i Sol Invictus e tanti altri, ma i Waldsonne
non cercano di imitare questi artisti, piuttosto cercano di trovare
nelle radici della loro musica folk un trait d’union con quanto
sperimentato dai nomi citati. Ne esce un album splendidamente incantevole,
anche se in qualche momento è un po’ lento. La musica
dei Waldsonne possiede una purezza espressiva disarmante, queste undici
ballate tristi sono come degli acquerelli pieni di poesia che ritraggono
personaggi e paesaggi lontani e al tempo stesso vicini, perché
in fondo l’esperienza umana non ha confini.
Se vi piacciono i gruppi neo folk cercate questo piccolo gioiello,
vi affascinerà con la sua candida bellezza, con la sua tenerezza
e il suo pudore, col suo sussurrare di nostalgie profonde. GB
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