| Da lecco un nuovo debutto discografico, un quartetto dal nome Willow. 
            La prima cosa che balza all’orecchio è la buona preparazione 
            tecnica dei componenti e l’inevitabile accostamento stilistico 
            con i Fiaba, la mitica band nostrana dedita ad un Metal fiabesco con 
            un cantato impostato, quello che non emulano i leccesi. La voce di 
            Massimiliano Anfuso è bella, ma non operistica. Comunque il 
            paragone non rende giustizia ai Willow, perché in realtà 
            le influenze sono tante e soprattutto vanno a pescare nel nostrano 
            calderone Rock, a partire dai Litfiba per passare a tanti altri complessi 
            che andrò in seguito a nominare, ma c’è anche 
            una sufficiente dose di personalità.
 
 Le tastiere di Fabrizio Minichini sono un buon tappeto per tutte le 
            canzoni, sorrette dalla buona ritmica di Giovanni Galimberti al basso 
            e da Filippo Vainegri alla batteria. Sorprende il fatto che questo 
            sia un debutto, il gruppo è affiatato e ha un buon senso per 
            la melodia che molto spesso sfiora il cantautoriale. Certamente non 
            mancano le pecche, si ripercorrono a volte suoni troppo stereotipati 
            oppure che si lasciano trasportare dall’onda del momento, come 
            ad esempio in “La Fata Della Forza”, dove inevitabilmente 
            scorgiamo i Negramaro. Davvero bella “Resistente”, variegata 
            ed intelligentemente dosata di gustosa armonia. “Brutti sogni” 
            ha un buon solo di chitarra, si presta molto alle sonorità 
            dei connazionali Le Vibrazioni, un ibrido davvero curioso fra Hard 
            Rock, Prog e Pop. Più ricercata “Brucia La Strega” 
            nella stesura del refrain, mentre il ritornello è di matrice 
            Fiaba. “Senza Me” mi colpisce per il chitarrismo delicato, 
            mentre “Incompleto” chiude in bellezza un disco che naviga 
            a metà fra ricerca e scontatezza.
 
 I Willow si presentano a noi con i piedi su due staffe, il che ci 
            può anche stare, ma per esperienza so che può essere 
            anche molto pericoloso. Ostico per chi ama il pop ed altrettanto dicasi 
            per chiama l’Hard Rock. Ricordiamo comunque che questo è 
            un esordio, per cui la sufficienza è più che meritata 
            e poi diamo tempo al tempo. Ora non ci resta che attendere i futuri 
            passi. Cosa decideranno di fare i bravi Willow? Noi siamo qui. MS
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