Costola dei Bernays Propaganda, i macedoni Xaxaxa (tradotto nel nostro
idioma suona come Hahaha) sono un classico trio giunto al secondo
album e dedito al un mix di punk rock, indie e post punk, con riferimenti
che vanno a Husker Du e Rites Of Spring, giusto per dare qualche coordinata.
Non c’è molto da dire su di loro ancora, si potrebbe
parlare della terra di provenienza o della scena musicale a cui fanno
riferimento, ma sono entrambe poco note al sottoscritto, per cui meglio
dirigersi subito verso la loro musica.
Vi risparmio i titoli dei brani che sono in lingua, ma nel booklet
sono tutti tradotti in inglese, per cui alla fine si riesce ugualmente
a capire di cosa si tratta. Il primo è subito energia, un sound
viscerale e adrenalinico, con tanta rabbia e una linea melodica interessante.
Brani brevi e veloci, dieci pezzi per poco più di trenta minuti,
energia da consumare in fretta senza stare troppo a pensare, qui si
viaggia veloce. Anche il secondo pezzo ha un suono di chitarre deciso,
una distorsione ruvida, quasi sguaiata, come si usa nella tradizione
punk, che ha sempre cercato suoni non convenzionali con dei risultati
spesso molto interessanti. La sezione ritmica è compatta, riempie
bene gli spazi a disposizione e sostiene il lavoro della chitarra
con la giusta potenza, essendo un power trio sapete quanto questo
sia importante. I pezzi scorrono in fretta, con compattezza e l’originalità
del disco non viene intaccata, ma è mantenuta da un songwriting
sufficientemente vario, però verso la seconda metà del
disco il discorso si complica un po’, perché l’approccio
comincia a standardizzarsi un po’ e solo un appassionato del
genere proposto si sentirà coinvolto fino alla fine del disco,
che comunque resta sempre sopra la sufficienza.
Gli Xaxaxa sono un sideproject, fanno musica per divertire e anche
far pensare, mi riferisco ai testi non banali, ovviamente sono destinati
ad un pubblico amante del punk, ma anche qualcuno di larghe vedute
potrebbe apprezzare. GB
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