Jon Davis, da non confondere col cantante dei Korn e con un altro
paio di musicisti omonimi, viene da Seattle e in questo disco suona
il chapman stick, il guzheng, che è uno strumento tradizionale
cinese e il mellotron. Insieme a tre membri dei Moraine, Dennis Rea
alla chitarra, Alicia DeJoie al violino elettrico, James DeJoie al
sax e al flauto, e al batterista jazz Randy Doak ha dato vita a questo
progetto dal nome cinese con l’intento di unire diverse tradizioni
musicali: il RIO, il prog crimsoniano, la psichedelia e la musica
tradizionale cinese. Progetto che suona molto ambizioso, ma che in
realtà si traduce in un disco altamente godibile e interessante,
che presenta sonorità originali e intriganti.
Dodici composizioni strumentali impreziosiscono questo album fuori
dal comune, in particolare colpisce la sensibilità orientale
profusa da questi artisti americani, che riescono a reinterpretare
sonorità non familiari in modo suggestivo, così come
hanno fatto ad esempio John McLoughlin con la Mahavishnu Orchestra
prima e con gli Shakti poi riguardo alla musica indiana. Sentire questi
musicisti che partono da melodie suggestive e poi iniziano un percorso
di ricostruzione in chiave jazz rock e prog psichedelico in certi
momenti diventa veramente esaltante, anche perché parliamo
di strumentisti di spessore ed è un vero piacere ascoltarli.
Amo le contaminazioni, perché danno sempre nuova linfa alla
musica e aprono frontiere su scene musicali ricche di storia che meritano
di essere conosciute ed esplorate. GB
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